Regione
Liguria
PROPOSTA DI LEGGE
D’INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE
REGIONALE GAETANO SCULLINO
P.D.L. N. 407
Data Certificazione: 24/05/2004
Disposizioni
per le Medicine Complementari
esercitate
da laureati in Medicina e chirurgia
La presente proposta di legge
non intende entrare nel merito
del riconoscimento scientifico
delle Medicine Complementari,
perché questo esula dai
nostri compiti, ma assicurare
un riconoscimento giuridico
alle principali terapie complementari
esercitate dai medici e riconosciute
con la delibera di Terni del
18 Maggio 2002 della Federazione
Nazionale degli Ordini dei Medici
e degli Odontoiatri, per tutelare
i cittadini della nostra Regione
affinché quando questi
chiedono di utilizzare queste
terapie per la salvaguardia
della loro salute sappiano che
il medico al quale si rivolgono
é stato adeguatamente
preparato da scuole di specializzazione
sia pubbliche che private.
Riteniamo fondamentale garantire
il diritto alla libera e consapevole
scelta del cittadino riguardo
ai problemi riferibili alla
sua salute, non possiamo giudicare
ilpeso scientifico delle terapie
proposta, ma è indispensabile
che il legislatore garantisca
la serietà e la preparazione
di chi prescrive anche le Medicine
Complementari, senza per questo
prevaricare gli Organismi preposti
al controllo dei doveri e dei
diritti della Professione del
laureato in Medicina e Chirurgia.
Le Medicine
Complementari in Europa ed in
Italia.
Non vogliamo entrare in un
discorso di filosofia della
scienza perché non è
questo il luogo adatto, il nostro
compito è quello di tutelare
e garantire i diritti del cittadino.
Non possiamo ignorare che la
scienza moderna abbia fatto
passi enormi nella salvaguardia
dello stato di salute dell’uomo
(gli sviluppi delle tecniche
chirurgiche, le scoperte di
nuove categorie di medicinali
come li antibiotici, i sulfamidici,
i cortisonici, i derivati ormonali,
i vaccini e molto altro) che
hanno permesso di debellare
molte gravi malattie. Il progresso
medico e tecnologico oggi è
arrivati alla manipolazione
del patrimonio genetico ed all’intervento
sui processi che riguardano
la nascita della vita e la morte
dell’uomo, queste ultime
scelte hanno provocato numerosi
problemi dal punto di vista
etico e professionale.
La sempre maggior tecnicizzazione
della scienza medica sta portando
ad una crescente insoddisfazione
del paziente che si sente incompreso
e trattato come un numero o
un oggetto da chi dovrebbe occuparsi
della sua salute e del suo benessere
psicofisico, i miglior risultati
non sempre corrispondono ad
una migliorata qualità
della vita del paziente.
L’Organizzazione Mondiale
della Sanità ha definito
la salute non come l’assenza
di malattia ma come il raggiungimento
del completo equilibrio e del
benessere psicofisico dell’uomo.
Inoltre negli ultimi decenni
si sta imponendo una visione
sempre più allargata
dell’uomo dove il rapporto
tra salute e malattia non è
riferito solo all’essere
umano ma è legato anche
all’ambiente ed alla natura
che lo circonda. Le Medicine
Complementari sono molto attente
a questo aspetto globale della
salute del paziente. per questo
motivo si stanno affermando
sempre con maggior forza ed
evidenza.
Alcune discipline come l’Omeopatia,
la Fitoterapia, la Medicina
Antroposofica, l’Omotossicologia
appartengono alla cultura Occidentale,
mentre, l’Agopuntura,
La Medicina Ayurvedica (Medicina
Tradizionale Indiana), La Medicina
tradizionale Cinese, appartengono
alla cultura orientale.
Le Medicine Complementari hanno
avuto una storia diversa nell’Europa
del Nord rispetto a quella del
Sud.
Nell’Europa del Nord,
per la tradizione culturale
orientata verso la tolleranza
ed il rispetto della diversità
rispetto alle regole accademiche,
si è affermato il valore
dell’esperienza pratica,
L’esperienza del singolo
medico o quella di interi gruppi
di professionisti ha sempre
avuto una valenza ed un riscontro
nella pratica quotidiana.
Nell’Europa del Sud il
mondo accademico ha sempre rifiutato
di considerare l’esperienza
del medico al di fuori delle
strutture accreditate come valida
e degna di esser studiata e
riproposta. Per questi motivi
le Medicine Complementari hanno
avuto uno sviluppo maggiore
ed un inquadramento legislativo
più rapido in queste
zone d’Europa.
Il nostro paese non riesce in
questo settore a tenere il passo
con il processo di armonizzazione
delle varie legislature europee
e quindi pur senza appiattirsi
sulle decisioni degli altri,
occorre avere delle regole certe
che garantiscano sia il cittadino
sia il professionista.
Il Parlamento Europeo il 29
maggio 1997, ed il Consiglio
d’Europa il 4 novembre
1999 hanno espresso delle risoluzioni
che indicano la necessità
che il settore delle Medicine
Complementari venga regolamentato
per stabilire i compiti, i doveri
ed i diritti degli operatori.
In Germania fin dal 1976 esiste
una legislazione in materia,
che sancisce il principio del
pluralismo scientifico, e che
pur riconoscendo la prevalenza
e l’importanza della Medicina
Convenzionale, ha creato il
concetto giuridico degli “altri
indirizzi terapeutici”,
(omeopatia, fitoterapia, medicina
antroposofica), stabilendo regole
certe per le figure professionali
definendo i loro doveri e diritti.
In Belgio dal 1999 è
stata approvata una legislazione
in materia con le norme per
la formazione professionale
e le regole deontologiche per
l’omeopatia, l’agopuntura,
la chiropratica e l’osteopatia.
In Svizzera le Medicine Complementari
sono state ordinante giuridicamente
sullo stimolo di un referendum
popolare, con insegnamenti ed
attività di ricerca presso
Centri Universitari, ed i programmi
di insegnamento in omeopatia
e medicina antroposofica vengono
elaborati dalla Federazione
dei medici svizzeri.
In Francia esistono numerose
Università che hanno
corsi di insegnamento in omeopatia,
agopuntura e fitoterapia ed
la vendita dei farmaci omeopatici
è regolamentata e parzialmente
rimborsata (come in Germania,
Belgio e Svizzera) dallo Stato.
In Italia sono circa 9 milioni
le persone che ricorrono abitualmente
alle cure omeopatiche (dati
Istat) ed esistono decine di
proposte di legge sulle medicine
complementari che giacciono,
rinnovate ogni legislatura,
alla XII Commissione della Camera,
che vengono regolarmente esaminate,
discusse, ma mai approvate.
In Europa sono 70 milioni i
cittadini che utilizzano le
Medicine Complementari, (circa
il 30% della popolazione). I
medici italiani che prescrivono
farmaci omeopatici sono oltre
8000, mentre in Europa sono
50.000.
La percentuale dei pazienti
che utilizza le MNC oscilla
dal 65% della Germania, al 48%
della Francia, al 35% del Belgio,
al 30% della Svezia, al 20%
della Gran Bretagna.
Il comparto è estremamente
vitale, fornisce occupazione
a migliaia di persone e l’interesse
della popolazione nei confronti
delle medicine complementari
è sempre maggiore.
Nel 2001 il giro d’affari
in Europa ammontava a 775 milioni
di Euro, con un aumento del
31% rispetto al 1995 quando
era di 590 milioni di Euro.
In Austria il 53% della popolazione
ha utilizzato una medicina non
convenzionale, con una netta
prevalenza dell’omeopatia
alla quale si è rivolto
l’81% di questa percentuale.
In Francia, il 18% dei medici
di base prescrive medicinali
omeopatici, (2% delle vendite
di tutti i prodotti farmaceutici).
Nel 2001 il giro d’affari
per i francesi era di 299,5
milioni di Euro. In Germania
le vendita ammontano a 273 milioni
di Euro, pari all’1,5%
delle vendite totali dei prodotti
medicinali effettuate in farmacia,
con un tasso di crescita piuttosto
sostenuto negli ultimi anni
L’Italia, ha un fatturato
stimato a 141,6 milioni di Euro
nel 2001, anch’esso in
netta crescita visto che era
di 5,2 milioni di euro nel 1982
Le Regioni e
le Medicine Complementari
In Italia, secondo un recente
censimento sono oltre 100 le
strutture pubbliche che forniscono
prestazioni di Medicina Complementare.
A livello regionale, in assenza
di una legge nazionale ci sono
state alcune iniziative.
La Regione Toscana nel suo piano
sanitario, ha inserito in modo
preminente un intero capitolo
che riguarda le Medicine Complementari,
lo stesso , con minor rilevanza
hanno fatto l’Emilia Romagna
e le Marche. La Regione Piemonte
ha in corso di elaborazione
una proposta di legge che regolamenti
a livello regionale la formazione
dei professionisti che si occupano
di Medicina Complementare. La
Regione Lombardia ha approvato
con una delibera della giunta
un piano di lavoro “Osservazione
e valutazione di procedure terapeutiche
di medicina complementare: indicazioni
per la stesura dei progetti”
e recentemente ha organizzato
due convegni internazionali,
ai quali hanno partecipato come
relatori anche dei medici liguri,
per esporre i primi risultati
di questo lavoro.
Indagine epidemiogica
a livello regionale
Un recente lavoro di ricerca
epidemiologica, svolto da una
Scuola di Formazione privata,
in collaborazione con l’Università
di Milano ha dimostrato che
nel Nord Ovest del nostro paese
(Piemonte Lombardia e Liguria)
il 53.9%), dei pazienti interrogati
non utilizza le Medicine Complementari,
mentre il 46.1% (percentuale
molto simile a quella francese)
si rivolge regolarmente ai professionisti
che si occupano anche di queste
tecniche terapeutiche Raggruppando
per gruppi d’età
i bambini, si nota una percentuale
altissima, il 62% di quelli
che entrano iin comunità
in pratica da 0-6 anni, utilizza
la Medicina Omeopatica (di questi
il 72%), seguita Fitoterapia
(17%), Agopuntura (5%), Medicina
Antroposofica (2%). Questi dati
evidenziano i problemi che esistono
tra la Medicina Convenziaonale
ed il trattamento delle malattie
che comunemente interessano
i bambini.
Queste percentuali, in modo
stupefacente, si sono ripetute
con scarti minimi dell’1
- 3% nelle tre realtà
regionali notevolmetne diverse.
Nella Regione Liguria i risultati
erano sovrapponibili a quelli
globali, il 53,9% hanno risposto
che non utilizzano mai le Medicine
Complementari, mentre il 46,1%,
hanno risposto che le utilizzano
regolarmente. Erano uguali anche
le percentuali che si riscontravano
nelle varie fasce d’età,
come sovrapponibili erano anche
i dati sulla scolarità
dei genitori, (diploma di scuola
superiore e laurea) come per
la soddisfazione globale espressa
dai pazienti per il risultato
delle terapie ottenute e per
il rapporto instaurato con il
medico che si occupa anche di
Medicine Complementari
Le motivazioni
di una proposta di legge
In assenza e nell’attesa
di una legge nazionale, riteniamo
opportuno che il legislatore
si ponga almeno a livello regionale,
dal punto di vista dell’interesse
generale e non di quello della
singola categoria, l’obiettivo
non di inventare una realtà,
ma di favorire lo sviluppo ordinato
e corretto di una realtà
già esistente. Occorre
che la delibera della Federazione
degli Ordini dei Medici ed Odontoiatri
Italiani del 18 maggio 2002
nella quale si stabilisce che
le Medicine Complementari possono
essere utilizzate e prescritte
solo dai medici abbia un seguito
normativo adeguato.
Il nostro compito non deve essere
quello di sostituirsi al legislatore
nazionale, e nemmeno quello
di favorire lo scontro tra le
diverse posizioni scientifiche
presenti nella medicina.
Noi dobbiamo prendere atto che
esistono migliaia di medici
in Italia e nella nostra regione
che oltre alla Medicina Convenzionale
prescrivono ed utilizzano anche
la Medicina Complementare e
che i cittadini che si rivolgono
a questi professionisti devono
essere coscienti e consapevoli
delle loro azioni, noi non possiamo
e non dobbiamo garantire la
correttezza scientifica delle
prestazioni, ma che l’iter
che il medico ha seguito per
conoscere ed utilizzare le Medicine
Complementari sia adeguato.
Di conseguenza una legge che
disciplini, le Medicine Complementari
costituisce un fattore di maggiore
libertà per il cittadino
italiano e nel nostro caso della
Regione Liguria, e per i medici
che vedranno così riconosciuta
e regolamentata una loro qualificazione
professionale che già
da tempo utilizzano. Ribadiamo
che la maggiore libertà
deve quindi in ogni caso essere
accompagnata dalla sicurezza
e dalla garanzia che il professionista
che si occupa di queste tecniche
terapeutiche sia adeguatamente
preparato.
Il cittadino della nostra regione
deve essere protetto da tutti
quelli che si propongono come
operatori sanitari in grado
di aiutarli e non possiedono
le nozioni adeguate. Ci riferiamo
in particolare alla piaga dell’abusivismo
medico, molto più evidente
in questo settore, dove tutti
i sedicenti operatori si sentono
autorizzati a prescrivere un
prodotto a base di erbe o un
prodotto omeopatico per il fatto
che gli effetti collaterali
o secondari sono molto più
rari e meno evidenti di quelli
del farmaco tradizionale. Anche
un prodotto naturale, se non
utilizzato da un medico esperto
e preparato può creare
problemi al paziente come le
interazioni farmacologiche,
(esempio l’interazione
tra l’iperico, che ha
un’azione accertata contro
la depressione, e la pillola
anticoncezionale dove ne riduce
l’efficacia) o gli effetti
collaterali (eccesso di sedazione
nel caso di prodotti fitoterapici).
Il nostro provvedimento mira
a favorire un corretto utilizzo
delle strutture che possono
fare formazione di base nelle
Università e nelle scuole
private, ed il riconoscimento
della libertà di scelta
terapeutica del paziente e della
libertà di cura da parte
del medico all’interno
di un libero rapporto consensuale
ed informato
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