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Perle storiche :: gennaio/marzo 1999 :: ci siamo... forse!!

Ci siamo...forse!!

Dopo che su tutti i giornali si è parlato di omeopatia, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, e dopo che tutti, e dico tutti, hanno detto la loro, il presidente della FNOMC&O , dott. Aldo Pagni, chiamato in causa da un articolo comparso su “Repubblica”, ha diramato una risposta, che sembra più un comunicato, resa pubblica dalla FNOMC&O attraverso Internet.
Considerando che molti non ne sono ancora a conoscenza lo riporto qui di seguito. Ci sono passaggi che andrebbero chiariti ma, pur se non entrerò ora nel merito, sono pronto ad ospitare il dibattito, sia su questo Notiziario che sulla Mailing List del nostro sito WEB, che ne potrebbe scaturire. La novità è nel leggere che la FNOMC&O abbia ,in buona misura, accettato o suggerito le indicazioni riportate sulla Deliberazione dell’Ord. Med. di Roma e comunque, essendo una risoluzione della Federazione, dovrebbe aprire un dibattito in tutti gli Ordini. Forse!!
Buona lettura.
P.Paladino


"Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri"
Il Presidente

Dr.Guglielmo Pepe
Redattore Capo di "Salute"
La Repubblica
Piazza Indipendenza, 23/C
00185-Roma
fax n.06/49822923

Gentilissimo Pepe,
nel Suo editoriale del 28 gennaio dal titolo esortativo "Omeopati di tutta Europa unitevi" lamenta che la Corte Costituzionale abbia messo in crisi migliaia di omeopati, impossibilitati a pubblicizzare la loro
"specializzazione" da una sentenza negatrice della Sua esistenza.
In realtà la Corte si è limitata, correttamente, a sostenere che poichè per il nostro ordinamento le "specializzazioni"riconosciute dalla legge sono quelle conferite dalle facoltà mediche, la "specializzazione" in omeopatia non può essere un titolo professionale di cui fregiarsi.
Ma a parte la disquisizione giuridica mi preme replicare al Suo rilievo su una "politica di bassissimo profilo" da parte degli Ordini dei Medici in merito alla omeopatia, con una premessa epistemologica.
L'omeopatia, come tutte le numerose pratiche extrascientifiche esistenti nel mondo (più di cento), e molto diverse tra di loro, non ha a tutt'oggi documentazione di efficacia dimostrata nella letteratura internazionale anche se qualche lavoro di ricerca compare
su riviste mediche accreditate.
Nessuno nega il valore "curativo" del placebo purché il medico sappia che può trattare con un placebo soltanto forme psicosomatiche.
Quanto agli effetti positivi, osservati dopo alcuni trattamenti empirici, non si può dimenticare che le nostre conoscenze prevedono la probabilità di alcune guarigioni "inspiegabili" (nella sperimentazione della terapia Di Bella ne attendevano alcune come
probabilità statistica, che non si sono verificate purtroppo! ) e che alcune malattie hanno una storia naturale che prevede una loro "autolimitazione" indipendentemente dalle cure praticate e un decorso e una
prognosi più lunga favorevole in alcuni malati e meno in altri.
E, infine, è indubbia l'importanza e il valore del medico come "farmaco" laddove la suggestione vittoriosa e l'empatia riescono a mobilitare nel malato difese altrimenti inespresse.
Curare, prendersi cura, guarire hanno oggi un significato diverso dal passato per un cittadino partecipe delle decisioni del medico, ma la valutazione di una malattia e del suo decorso non consente nè semplificazioni nè certezze assolute perché ci sono i malati e
non le malattie, e la variabilità individuale è ben presente ai medici anche se limitata.
La scienza non vanta oggi verità assolute e immutabili, ma progredisce attraverso la fallibilità e gli errori, e un metodo di ricerca che la legittima e la controlla.
Questa è la condizione indispensabile per una pratica medica che non sia fantastica e bizzarra, delirante o frutto di opinioni non controllate,(anche se è vero che oggi meno del 20% delle nostre decisione è suffragato
da "prove") ed è per questo che, a tutela dei cittadini, denunciamo gli stregoni, i maghi, i guaritori, le fattucchiere, i ciarlatani e gli inventori di rimedi miracolosi.
Non mi pare onestamente di basso profilo una politica ordinistica che non riconosce come "atto medico" la danza della pioggia eseguita intorno ad un malato (anche se può fargli bene), ma che prescrive al medico di scegliere responsabilmente la cura più utile per il malato, non sostituendo cure di provata efficacia, con una danza rituale.
Neanche di basso profilo ci pare la decisione, recentemente assunta dalla FNOMCeO, di istituire, a fini soltanto conoscitivi ed epidemiologici, un registro dei medici che praticano l'omeopatia o l'agopuntura, e di indagare sui corsi seguiti da chi le pratica per sapere se le hanno apprese da testi inaffidabili (ce ne sono in giro tanti!) o, con corsi "accelerati" di qualche settimana, o attraverso scuole private che almeno prevedono un lungo tirocinio e un apprendimento rispettoso della tradizione filosofica che le ispira e di una pratica empirica consolidata.
Che poi alcuni Paesi europei siano "più avanti" di noi è tutto da dimostrare, ammenochè non consideri progressista il patentino di Stato per i maghi in Germania (voluto dai gerarchi nazisti cultori dello occultismo),e ignori che la Francia ha una fiorente industria produttrice di farmaci
omeopatici che contribuisce non poco alla bilancia dei pagamenti
Cordiali saluti

Aldo Pagni

Con preghiera di pubblicazione - Grazie