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neurolinguistici e diagnosi medica
OMEOPATIA : EQUIVOCI NEUROLINGUISTICI
E DIAGNOSI MEDICA
Ezio Marchegiani* Daniela Maiocco**
*specialista in ORL, specialista in
foniatria **logopedista
Scopo di questo studio è una
revisione neurolinguistica dei termini
ottocenteschi dell' Omeopatia
odierna, a nostro avviso causa di
numerosi equivoci con conseguenze
rilevanti da un punto di vista scientifico,
pratico e generale.
Questo anche in considerazione della
recente delibera della FNOMCeO (8).
Si suole affermare : “l'Omeopatia
è un metodo diagnostico basato
sulla legge dei simili che afferma
che è possibile curare un malato
utilizzando sostanze che , in una
persona sana, riproducono i sintomi
rilevanti e caratteristici dello stato
patologico”(1)(Galletti).
E' un'affermazione che
e' stata effettuata da S. Hahnemann
2 secoli fa, con il significato che
questo termine aveva nella lingua
e nell'ANTICA SEMEIOLOGIA MEDICA,
di quel tempo:
SINTOMO -> Tutto ciò che
il medico rileva dal paziente durante
la visita medica
In quell'epoca una relativa
carenza di semeiologia medica scritta,
la rivoluzione scientifica e terminologica
wircoviana operata proprio alla fine
della vita di Hahnemann non consentono
analisi più precise ed approfondite
su questo punto.
Tuttavia la neurolinguistica c'insegna
che la lingua ed i suoi contenuti
si evolvono nel tempo, ed uno stesso
termine può cambiare il proprio
significato (3); a quel tempo per
sintomi s'intendeva tutto ciò
che si può rilevare dal paziente
(2), ossia i sintomi e segni dell'ATTUALE
SEMEIOTICA MEDICA (4):
SINTOMO -> ogni sensazione “SOGGETTIVA”
avvertita dal paziente
SEGNO -> ogni alterazione “obiettiva”
manifestata dal paziente
Mentre il SINTOMO è espresso
dal paziente, il SEGNO è rilevato
dal medico ed implica la necessità
della visita medica.
Possiamo già rilevare un passaggio
dalla lingua ottocentesca a quella
attuale attraverso KENT ed il suo
repertorio che distingue:
SINTOMI SOGGETTIVI: li esprime il
paziente
SINTOMI OGGETTIVI: li rileva il medico
Dal repertorio di Kent emerge che
i sintomi oggettivi comprendono il
rilievo dei SEGNI FUNZIONALI E LESIONALI,
per i quali esistono capitoli specifici
in ogni repertorio (5).
In pratica, la visita medica con il
rilievo dei sintomi e dei segni, anatomo-
funzionali e/o lesionali, è
parte integrante della diagnosi omeopatica.
Broussalian ci ricorda che la diagnosi
omeopatica conduce alla determinazione
del farmaco omeopatico da prescrivere
sul singolo paziente attraverso un
percorso che comprende la diagnosi
medica tradizionale. Questo punto
è peraltro già sottolineato
da questo Autore (6) che conferma
in modo inequivocabile la necessità
della diagnosi medica classica, definendola
una parte integrante e necessaria
ai fini della prescrizione omeopatica.
Una similitudine limitata ai soli
sintomi, come intesa ai nostri giorni,
e' pertanto contraria alla disciplina
omeopatica classica, al pensiero di
Hahnemann , Kent e dei suoi allievi,
alla pratica medica omeopatica odierna
ed ingenera molti disguidi.
L'idea che l'omeopatia
curi solo in modo sintomatico, e non
eziologico o la possibilità
di una prescrizione Omeopatica basata
solo sui sintomi soggettivi, esclude
sia Hahnemann ed allievi, sia i medici
omeopati attuali, i quali cercano
una similitudine che include i segni
che rilevano nella visita medica
L'omeopatia di Hanemann e allievi
assegna infatti importanza al rilievo
dei segni, intesi nel linguaggio odierno.
Riassumendo, in un epoca di cambiamenti
terminologici, Hahnemann enunciò
la similitudine in un linguaggio ottocentesco
che, tradotto in termini odierni,
comprende i sintomi e i segni della
attuale semeiologia medica, affermando
un metodo che includeva la diagnosi
medica attuale. In pieno accordo con
importanti passi del sapere medico,
la diagnosi e terapia vengono personalizzate,
curando in modo differenziato ogni
singolo paziente.
Giova qui ricordare che Broussalian,
suo allievo, già denunciava
in modo aperto l'equivoco linguistico
generatosi nel tempo, e l'impiego
di una pseudo- omeopatia da parte
di ciarlatani non medici e come tali
incapaci di sviluppare una disciplina
medica come l'Omeopatia.
Broussalian, dopo aver tradotto il
Repertorio di Kent, enunciò
una similitudine aggiornata al suo
tempo:
“OGNI SOSTANZA CAPACE DI DETERMINARE
NELL' UOMO SANO CERTE MANIFESTAZIONI,
È CAPACE, NELL' UOMO
MALATO, DI FAR SCOMPARIRE LE MANIFESTAZIONI
ANALOGHE.” (6, pag.15)
Purtroppo alcune correnti omeopatiche
attuali affermano nel linguaggio odierno
la similitudine limitata ai sintomi,
contro il pensiero e gli scritti di
Hahnemann, verosimile conseguenza
di un errore neurolinguistico.
L'errore è evidente;
se ci basiamo solo sui sintomi soggettivi,
prescriviamo sempre il farmaco omeopatico
che produce i sintomi più simili,
trascurando i segni obiettivi; così
ci dovremmo attendere una risoluzione
farmacologica, ad esempio, anche con
un paziente che ci consulta per un'ipoacusia
legata ad un tappo di cerume.
Sappiamo invece che in questi casi
il farmaco omeopatico potrebbe solo
alleviare alcuni sintomi locali, (es.
otalgia, acufeni), senza migliorare
l'ipoacusia obiettiva che cessa
con la rimozione meccanica del tappo,
con lo schizzetto del medico.
Situazione analoga abbiamo di fronte
ad un soggetto che ci consulta per
una impossibilità a flettere
il braccio sull'avambraccio;
di norma, prima di valutare i sintomi
il medico omeopata chiede una ecografia
che escluda il distacco del tendine
del bicipite, ove occorre la ricostruzione
chirurgica, ecc. Gli esempi sono molti
ma è evidente che la larga
maggioranza dei medici omeopati parte
dalla diagnosi medica tradizionale.
Prendiamo atto che una minoranza numericamente
e scientificamente non rilevante non
segue questo procedimento squisitamente
medico.
La similitudine limitata ai sintomi
ha sinora comportato anche la possibilità
che a prescrivere farmaci omeopatici
potessero essere dei non medici.
Non è possibile prevedere
le decisioni legislative, ma su un
piano scientifico e pratico è
evidente che:
1) l'esercizio dell'Omeopatia
richiede nozioni di anatomia, fisiologia,
patologia e clinica, e non può
essere effettuato
in modo corretto da quelle figure
che ne sono sprovviste,
2) se ciò avvenisse sarebbe
contro la disciplina Omeopatica fondata
da Hahnemann e i suoi allievi.
Questi ultimi iniziavano una accurata
visita medica, con ispezione e palpazione,
rilevando sintomi e segni locali,
seguita dall'articolato interrogatorio
omeopatico.
L'evoluzione del linguaggio
nel tempo non esclude la necessità
di aggiornamento linguistico per i
termini riportati dalle materie mediche
e dai repertori non recenti.
Per il corretto impiego di questi
ultimi sappiamo che occorre una buona
conoscenza della lingua madre dell'epoca
in cui sono stati scritti.
Se ne deduce che :
- risulta difficile effettuare il
metodo repertoriale puro senza imprecisioni
dovute all'evoluzione semantica
nel tempo;
- è necessaria una rivalutazione
del cosidetto “metodo intuitivo”
e dell' esame costituzionale.
Ovviamente gli attuali repertori
mantengono una utilità come
strumento di supporto rispetto al
metodo intuitivo e/o costituzionale.
L'affidabilità delle
materie mediche compilative è
garantita dalla continua opera di
aggiornamento del sistema compilativo;
non si può affermare altrettanto
per i Repertori classici.
A mio avviso questo dato avvalora
ancora di più le tesi del prof.
Valter Masci sulla necessità
delle
RE- SPERIMENTAZIONI.
Ponendo dubbi sulla totale precisione
ed aderenza del “metodo repertoriale
Kentista” , in assenza di una
totale revisione compilativa.
Il tempo ha prodotto diverse variazioni,
a nostro avviso soprattutto in relazione
ai termini descritti nei capitoli
dello psichismo, ove, ad esempio,
anche una piccola variazione nel significato
di una sensazione può stravolgere
la determinazione del farmaco omeopatico.
Attualmente, con la delibera FNOMCeO
sulle MNC , mi sembra necessario che
tanto nella lezione clinica che nella
terminologia istituzionale (legge
Galletti, ecc.) venga enunciata una
similitudine di sintomi e segni, funzionali
e lesionali, o di “manifestazioni
cliniche”, in luogo di quella
attuale che, limitata ai soli sintomi,
non è rappresentativa neppure
della realtà clinica omeopatica
corrente.
Una tradizione legata ai sintomi senza
segni crea spesso conflitti tra la
situazione fisiopatologica dei nostri
pazienti, ed il loro quadro meramente
sintomatico, come accade nei cosidetti
“aggravamenti”, la cui
discussione esula dagli scopi della
presente trattazione.
Masci, già consulente al Ministero
della Sanità, ha più
volte ribadito la assoluta necessità
che l'Omeopatia odierna aggiorni
il suo linguaggio ottocentesco a quello
corrente (7) ; sul suo trattato leggiamo
testualmente: “questa terminologia,
idonea per le povere conoscenze mediche
di 200 anni fa, è attualmente
più indicata ad un guaritore
di campagna che per un medico”.
Bibliografia:
1) Nuova proposta di legge sulle MNC
, PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO A.C.
3891 e ABBINATE del relatore on. Paolo
Galletti, 10-5-2000
2) D.ssa MILETTO, lezioni di neurolinguistica,
corso di specializzazione medica in
Foniatria, 1988-89.
3) Ciomsky, citato da Zerneri, Manuale
di Foniatria, ed Omega Torino
4) N.Dioguardi G.P.Sanna, moderni
aspetti di semeiologia medica, ed.
Universo, pag.2
5) Kent , repertorio
6) BROUSSALIAN “Per un manifesto
Omeopatico” rep. Di Kent, pag.
15-17
7) MASCI “Omeopatia, tradizione
e attualità” pag.69
8) FNOMCeO delibera del 18 maggio
2002, Terni
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