In un giorno
qualunque nell’ambulatorio
pediatrico entra una mamma,
maestra alla scuola dell’infanzia,
e pone al pediatra alcune domande:
• E’
normale che a 22 mesi mia figlia
non riesca a colorare entro
i margini?
• A quasi 2 anni posso
farle indossare qualsiasi tipologia
di scarpa?
• E’ opportuno chiedere
di riordinare lo spazio dei
giochi a una bimba di questa
età?
• A volte mentre gioca
mi sembra che giri a vuoto…
E’ normale?
• Dal momento che sono
insegnante, è preferibile
inserire mia figlia nella mia
sezione o è meglio portarla
altrove?
• Mia figlia le sembra
iperattiva?
Sappiamo bene
che di fronte ai problemi personali,
tutto appare più sfumato
e difficile e quindi non è
corretto fare commenti sul fatto
che la madre sia un’insegnante
e la figlia piccola.
Comunque una
minaccia incombe su questa famiglia
e su migliaia di altri bambini.
Nella Primavera
2013 uscirà una nuova
edizione del Diagnostic and
Statistical Manual of Mental
disorder, il DSM V, manuale
sul quale l’Associazione
Psichiatri Americani basa diagnosi
e terapie.
La prima versione del DSM risale
al 1973, quando l’American
Psychiatric Association (APA)
chiese a Robert Spitzer di fare
l’elenco dei disturbi
psichiatrici e delle loro diagnosi,
con lo scopo di definire questi
disturbi in modo corretto e
di individuare, quando era possibile,
la probabile eziologia biologica.
Da allora il DSM è diventato
lo strumento di diagnosi psichiatrica
per i disturbi mentali più
usato dai medici psichiatri.
Con il DSM III (1980) di Robert
Spitzer si può dire che
nacque la Psichiatria dell’infanzia.
Tra il 1980 ed il 1990 negli
USA le diagnosi di Add e di
ADHD passarono da 400.000 a
900.00 ed i trattamenti farmacologici
dal 28% all’86% dei casi
(1).
Con l’aumento delle diagnosi
di disturbi comportamentali
ed emotivi nei bambini, sono
comparsi disordini bipolari,
depressione pediatrica, disturbo
di ansia sociale, disturbo oppositivo
provocatorio ecc.
Per queste “malattie psichiatriche”,
sono stati prescritti gli psicofarmaci,
e tra questi, gli inibitori
selettivi della ricaptazione
della serotonina (SSRI), la
Fluoxetina, la Paroxetina, il
Citalopram. Questi farmaci aumentano
la disponibilità della
serotonina nei recettori nervosi
presinaptici, migliorano la
sensazione di benessere e combattono
quella di depressione.
Possiamo affermare che l’uso
del DSM, ha fatto diventare
il farmaco, per alcuni psichiatri
e per molti anni, il trattamento
di prima linea nei disturbi
comportamentali ed emotivi nei
bambini.
Mentre venivano proposti come
farmaci sicuri ed efficaci,
privi di effetti collaterali,
nel corso degli anni si è
visto come questi psicofarmaci
potevano, tra gli altri effetti,
indurre pensieri e comportamenti
suicidari nei bambini, con atti
di autolesionismo: “The
Food and Drug Administration
(FDA) has directed manufacturers
of all antidepressant drugs
to revise the labeling for their
products. Drug Makers must include
a boxed warning and expanded
warning statements that alert
health care providers to an
increased risk of suicidality
(suicidal thinking and behavior)
in children and adolescents
being treated with these drugs,
and to include additional information
about the results of pediatric
studies”. (3)
Nel 2006 aziende come la Glaxo
hanno condotto alcuni studi
per valutare se questi sospetti
fossero effettivamente fondati,
studiando l’azione della
Paroxetina nei bambini di sette
anni.
I risultati
sono stati i seguenti:
in studi clinici sono stati
osservati aumento dei comportamenti
correlati al suicidio (tentativi
di suicidio e pensieri suicidari)
e atteggiamenti ostili (prevalentemente
aggressività, comportamento
oppositivo e rabbia) più
frequentemente nei bambini e
negli adolescenti trattati con
antidepressivi in confronto
a quelli trattati con placebo.
Se, per necessità clinica,
si decide comunque di effettuare
il trattamento, il paziente
deve essere attentamente controllato
per verificare la comparsa di
sintomi suicidari. Inoltre non
esistono dati di sicurezza a
lungo termine in bambini ed
adolescenti relativi alla crescita,
alla maturazione e allo sviluppo
cognitivo e comportamentale.
(4)
Secondo le dichiarazioni
di Allen Frances, responsabile
capo della redazione del DSM
IV, con l’ultima versione
DSM V, saranno diagnosticate
ammalate milioni di persone
affette da tristezza, sofferenza
quotidiana, paure o semplice
disagio relazionale. Per questo
motivo Frances sta collaborando
attivamente per proporre una
revisione del DSM V, prima ancora
che questo venga pubblicato.
(2)
“Several divisions of
the American Psychological Association
have just written an open letter
highly critical of DSM 5. They
are inviting mental health professionals
and mental health organizations
to sign a petition addressed
to the DSM5 Task Force of the
American Psychiatric Association.
You can read the letter and
sign up at http://www.ipetitions.com/petition/dsm5/
The letter summarizes the grave
dangers of DSM 5 that for some
time have seemed patently apparent
to everyone except those who
are actually working on it.”(2).
Cosa possiamo
fare per arginare questa marea
montante di disagio nella nostra
società, quando una parte
degli operatori responsabili
della salute e del benessere
delle persone cerca la risposta
più semplice e più
immediata?
Esistono delle
associazioni in Italia che aiutano
i genitori dei bambini affetti
da ADHD, come AIFA - Onlus,
Associazione di famiglie con
bambini affetti da ADHD con
finalità di solidarietà
sociale, informazione e divulgazione
scientifica.
La definizione di ADHD che diamo
nei libri di divulgazione (5)
non si discosta da quella che
loro presentano nel sito (6)
La prevalenza dell’ADHD
varia molto, a seconda degli
strumenti diagnostici utilizzati
e viene valutata tra il 2 e
il 4% della popolazione in età
scolare.
I bambini con ADHD:
• hanno problemi nelle
relazioni interpersonali;
• ricevono minori apprezzamenti
e maggiori rifiuti dai loro
compagni di scuola o di gioco;
• pronunciano un numero
di frasi negative nei confronti
dei loro compagni dieci volte
superiore rispetto agli altri;
• presentano un comportamento
aggressivo tre volte superiore;
• non rispettano o non
riescono a rispettare le regole
di comportamento in gruppo e
nel gioco;
• quando i bambini con
ADHD assumono un ruolo attivo,
riescono ad essere collaborativi,
cooperativi e volti al mantenimento
delle relazioni di amicizia;
• quando, invece, il loro
ruolo diventa passivo e non
ben definito, essi diventano
più contestatori e incapaci
di comunicare proficuamente
con i coetanei.
Gli inevitabili
fallimenti che il bambino ADHD
accumulerà nelle sue
esperienze sociali, scolastiche
e famigliari, favoriranno lo
sviluppo di tratti oppositivi
e provocatori.
I ragazzi che manifestano comportamento
da deficit di attenzione/iperattività
e aggressività, saranno
più a rischio di altri
nello sviluppare comportamenti
devianti, nell’incorrere
in problemi con la giustizia
o nell’uso di alcool e/o
sostanze stupefacenti. Infatti
i comportamenti da deficit di
attenzione/iperattività
e aggressività sono considerati
tra i segni premonitori in età
infantile, di cattivo adattamento
psicosociale in età adulta.
(5)
Ma che cosa
distingue un bambino vivace
o semplicemente svogliato da
uno affetto da tale disturbo?
E' difficile spiegarlo in poche
parole, ma significativi campanelli
d'allarme possono essere i seguenti
sintomi:
• non
presta mai attenzione ai particolari;
• ha difficoltà
nel mantenere l'attenzione su
compiti e giochi per un tempo
prolungato;
• apparentemente non ascolta
chi parla e non segue le istruzioni;
• ha difficoltà
ad organizzarsi nei compiti
e nelle attività e cerca
di evitare quelle che richiedono
sforzo mentale protratto;
• perde continuamente
oggetti personali e spara le
risposte prima che siano terminate
le domande;
• ha difficoltà
ad attendere il proprio turno
e interrompe continuamente chi
parla o è invadente.
La diagnosi,
però, non è semplice
ed immediata e deve essere affidata
a medici esperti (6).
Ed anche l’osservazione
che “sarà opportuno
intraprendere una terapia multimodale
(cognitivo-comportamentale sempre
e farmacologica successivamente
se necessario)”,ci trova
assolutamente d’accordo.
(6).
I criteri di diagnosi dovranno
seguire le linee guida del DSM
IV (7)
I sintomi principali dell’ADHD
sono Disattenzione, Iperattività,
Impulsività
Disattenzione:
spesso non riescono a prestare
cura ai dettagli, mantenere
attenzione per un periodo prolungato,
evitare le distrazioni in compiti
poco motivanti, organizzare
le proprie attività,
affrontare compiti lunghi.
Iperattività: spesso
si muovono eccessivamente, anche
in contesti non adeguati, sembrano
continuamente mossi da un motorino,
passano continuamente da un’attività
all’altra
Impulsività:
spesso sparano le risposte a
caso, interrompono o sono invadenti
nei confronti degli altri, non
sanno attendere l’attesa
ed il proprio turno.
I sintomi devono
essere presenti prima dei sette
anni di età, devono provocare
una compromissione clinicamente
significativa del funzionamento
scolastico e sociale, e manifestarsi
in due contesti, a scuola e
in famiglia.
Poiché
la diagnosi e la terapia sono
complesse, non vogliamo essere
parte di coloro che collaborano
a creare casi di bambini che
”… non curati, invece,
potranno subire gravi ripercussioni
psicologiche al punto da abbandonare
la scuola, perdere l'autostima,
vivere continue frustrazioni
e sentimenti di incapacità:
un bagaglio di insuccessi che
li renderà maggiormente
esposti a fenomeni di devianza,
come ampiamente documentato
da studi sociometrici condotti
dalla ricerca scientifica internazionale.”
(6)
Vogliamo però
ribadire che prima di arrivare
al trattamento farmacologico
con psicostimolanti bisogna
tentare tutte le strade possibili.
L’intervento
è comunque complesso
e richiede un approccio integrato
tra i vari tipi di trattamento,
cioè la terapia per l'ADHD
deve basarsi sull’integrazione
fra trattamento psicoeducativo
e comportamentale a casa ed
a scuola, e trattamento alimentare
e farmacologico utilizzando,
quando è possibile, farmaci
non psichiatrici.
Solo se non
si ottengono risposte apprezzabili
bisogna rivolgersi agli psicofarmaci
come il metilfenildato (Spencer
et al. 1996; Santosh and Taylor
2000; AACAP 2002), ed altri
di uso meno comune.(6).
Tuttavia esiste
una strada alternativa anche
se poco percorsa, infatti Gonon
e collaboratori scrivono: “L’errata
interpretazione dei dati è
molto frequente in tutti gli
studi che hanno a che fare con
ADHD e contribuisce a creare
conclusioni fuorvianti nei media.
Infatti la distorsione dei dati
e le conclusioni parziali nel
riportare le prove scientifiche
a favore del parere che l’ADHD
è prevalentemente causata
da fattori biologici, causano
danni. In questo articolo vengono
suggerite alcune possibilità
di correzione, per evitare i
danni sociali provocati da queste
false osservazioni.” (8)
Le tre diverse
posizioni sulle cause dell’ADHD
sono:
1°) il disturbo è
causato esclusivamente da fattori
biologici
2°) da un insieme di fattori
biologici ed ambientali
3°) solo da fattori ambientali
( 9 )
“The
first position is not consistent
with data demonstrating that
environmental factors play a
role in ADHD (low economic status,
severe child mistreatment, maternal
smoking during pregnancy, premature
birth, teenager pregnancy and
other environmental adversities)”(9).
Anche se è stato dimostrato
che l’eziologia puramente
biologica è una posizione
inconsistente, questa opinione
rimane prevalente. Questo favorisce
gli interventi farmacologici
più che quelli di prevenzione
e di intervento psico-sociale.
I programmi di ricerca che ricevono
maggiori finanziamenti sono
quelli che cercano di scoprire
dei biomarcatori e di associarli
al rischio dell’ADHD.
(8).
Come ribadisce Singh "
the current interest in biomarkers
is a sign that psychiatry has
undergone a methodological shift,
away from searching for the
causes of a condition towards
estimating the probability that
the condition is present or
will develop” (10).
Ovvero la psichiatria è
passata dalla ricerca delle
cause di una condizione verso
la ricerca della stima della
probabilità che la condizione
sia presente o si sviluppi in
futuro.
Trattando i bambini con i farmaci
e con interventi medici invasivi,
gli esperti psichiatri si concentrano
sui livelli individuali dei
fattori di rischio piuttosto
che su quelli sociali ed ambientali.
Un uso distorto dei dati scientifici
trasforma la normale sensazione
di tristezza in un disordine
depressivo, quindi degno di
un trattamento con farmaci psichiatrici.
(11)
Questa eccessiva medicalizzazione
porta il pubblico a reagire
con atteggiamenti di sospetto
nei confronti delle neuroscienze
e ad avere atteggiamenti irrazionali
che alla fine danneggiano i
bambini ed il loro futuro.
Come suggeriscono Lawrence,
Young e Gonon (12),(13), (9),
rifiutando il sensazionalismo
nelle pubblicazioni dei dati
scientifici ed indirizzando
i politici ad evitare di finanziare
solo i programmi di ricerca
orientati verso la produzione
di terapie farmacologiche, si
eviterebbero la disinformazione
del pubblico e la ricerca di
terapie che alla fine possono
risultare dannose (1)(3)
E’ quindi
importante:
• rifiutare il sensazionalismo
nelle pubblicazioni dei dati
scientifici;
• evitare il finanziamento
ai soli programmi di ricerca
per la produzione di terapie
farmacologiche.
Fare delle proposte per un disturbo
così controverso è
molto complesso, tuttavia per
tornare alla mamma dell’inizio
dell’articolo: “La
signora ha bisogno di una risposta!”
La nostra esperienza con un
approccio integrato, per i casi
clinici giunti alla nostra osservazione,
ha prodotto dei risultati apprezzabili.
Per il bambino indichiamo un’
educazione alimentare adeguata,
la terapia cognitivo comportamentale
(con l’appoggio di personale
esperto), e l’approccio
farmacologico integrato con
farmaci omeopatici ed integratori
di oligoelementi.
Per i genitori e la scuola,
sempre con personale specializzato,
rispettivamente il Counseling
ed il Parent Training, ed il
Counseling e gli interventi
comportamentali (Social Skill).
L’ obiettivo primario
è quello di fornire delle
informazioni dettagliate sul
disturbo ADHD, per consentire
ai genitori e agli insegnati
di capire meglio le difficoltà
del bambino, quindi si condividono
strategie ambientali e di comportamento
che permettono al bambino di
stare meglio.
Abbiamo scelto, invece di riportare
una casistica personale, che
è sempre limitata e limitante,
di riportare quelle che sono
le controversie ancora presenti
tra gli studiosi per un argomento
ancora molto discusso.
In un lavoro recente Ole Jakob
Storebø e colleghi (14),
hanno effettuato una revisione
sistematica con il metodo Cochrane,
studiando gli effetti della
formazione sui professionisti
della scuola che si occupano
del problema ADHD e sui genitori
dei bambini con ADHD (osservazioni
su Social Skill e Parent Training).
Tenendo presente che le Linee
Guida Europee Cliniche per i
Disturbi Ipercinetici e le linee
guida NICE, per la formazione
dei genitori e per la formazione
degli operatori che si occupano
di bambini in età scolare
raccomandano il Social Skill
ed il Parent trainig (19), (20),
hanno individuato quattro meta-analisi
su questi argomenti .
Due meta analisi affermano che
i corsi di formazione professionale
e famigliare non hanno alcun
effetto (15), (16), mente le
altre asseriscono che l’effetto
sul trattamento è significativo
con esiti favorevoli (17), (18).
Per Ole Jakob Storebø
e colleghi non ci sono prove
per raccomandare o rifiutare
il Social Skill e il Parent
Trainig per le famiglie con
bambini con ADHD. Tuttavia raccomandano
una serie di interventi più
profondi e più duraturi
per avere dei cambiamenti sui
sintomi del disturbo, per migliorare
le competenze sociali e relazionali
dei bambini e per evitare gli
ulteriori sviluppi della malattia.
(14).
In effetti utilizzare la Medicina
Complementare e dare consigli
alimentari significa anche prolungare
l’osservazione e la cura
dei bambini e delle loro famiglie.
Recentemente, l’ADHD è
stata associata ad una variazione
in eccesso del peso corporeo
(21) (22) È stato riportato
che soggetti con ADHD mostrano
indici di massa corporea superiori
alla media rispetto ai controlli
(23) (24) ed hanno percentuali
significativamente maggiori
della circonferenza addominale
e del grasso corporeo.
I soggetti obesi hanno maggiori
probabilità di presentarsi
con problemi di attenzione (25).
Alcune evidenze suggeriscono
che pazienti con disturbi alimentari
possono avere problemi di attenzione
e ADHD (26), (27).
Choudhry Z e colleghi hanno
analizzato i dati di 11.676
bambini e adolescenti tedeschi
(6-17 anni). Hanno studiato
il tempo trascorso per la Televisione,
i video giochi e per l'attività
fisica, le abitudini alimentari,
la dimensione delle porzioni
e l'apporto energetico totale.
I risultati hanno dimostrato
che la scarsa qualità
degli alimenti, l'assunzione
di cibi molto energetici , ma
poveri di principi nutritivi,
e l'uso continuo di televisione
e videogiochi sembrano associati
ai sintomi di ADHD. La relazione
tra l'assunzione di cibo molto
nutriente e povero di qualità
nutrizionali e sintomi di ADHD
è stata particolarmente
pronunciata nelle ragazze e
questo può aiutare a
spiegare l'associazione tra
sintomi di ADHD e sovrappeso
nelle ragazze adolescenti (28)
In definitiva come affermano
Choudhry Z e colleghi: “
Socio-economic characteristics
are strongly associated with
overweight and obesity in ADHD
children and may inform strategies
aimed at promoting healthier
weight.” (29)
Oltre ad una alimentazione disordinata
e scorretta, è stata
dimostrata negli adolescenti
l'associazione tra ADHD e la
dieta di tipo “occidentale”
prevalentemente acidificante
e ricca di proteine animali,
come dimostra uno studio del
Perth Telethon Institute for
Child Health Research (30),
pubblicato sul Journal of Attention
Disorders. (33)
In questo lavoro sono stai esaminati
1.800 adolescenti dello studio
Raine (32). Dal 1989 al 1991,
a Perth in Australia, sono state
iscritte 2.900 donne in gravidanza
e dei loro bambini 1.800 sono
stati seguiti fino all’adolescenza
(stile di vita, alimentazione,
malattie, scc.).
E’ stato dimostrato che
il modello alimentare occidentale,
ricco di grassi e proteine animali,
può essere associato
ad un rischio doppio di andare
incontro ad una diagnosi di
ADHD (115 adolescenti, di cui
91 ragazzi e 24 ragazze).
La dieta corresponsabile di
questa patologia è ricca
di alimenti precotti, pasticceria,
prodotti alimentari trasformati,
fritti e raffinati, con molti
grassi saturi ed idrogenati,
zucchero raffinato e sodio.
(33)
Di conseguenza le diete per
ridurre i sintomi di ADHD includono
la restrizione di zuccheri raffinati,
di additivi e conservanti, eliminando
tutti i cibi che possono provocare
soggettivamente allergie, e
introducendo cibi ricchi di
acidi grassi Omega-3 (per i
report positivi di efficacia
nella letteratura medica).
Un modello considerato "sano"
è una dieta ricca di
frutta e verdura fresche, cereali
integrali e pesce che, come
conseguenza, avrà un
contenuto più elevato
di acidi grassi omega-3, acido
folico e fibre. (33)
Anche la letteratura raccolta
su PubMed (31) mette una certa
enfasi su questa ipotesi. Secondo
l’autore questa dieta
sana deve essere consigliata
quando la terapia con i farmaci
psicostimolanti non funziona,
o quando lo chiedono i genitori.
(33)
La nostra opinione è
invece che il bambino con ADHD
debba sempre avere una alimentazione
ricca di acidi grassi omega3,
vitamine, acido folico e fibre,
tutti di origine alimentare
e non da supplementi farmacologici.
Una maggiore attenzione all’educazione
dei genitori e dei figli verso
un modello alimentare sano (31),
(33),e non ortoressico, eliminando
i cibi che possono predisporre
a ADHD, è il trattamento
più promettente e non
solo per chi utilizza e pratica
la Medicina Complementare.
Come raccomandano gli autori
(31), si devono fare le integrazioni
di Ferro e Zinco, sia nei pazienti
con carenze provate, sia perché
le integrazioni migliorano l'efficacia
della terapia con stimolanti.
La somministrazione di questi
oligoelementi, è ormai
una prassi abituale, come si
osserva nella letteratura raccolta
su PubMed (31).
Nella nostra casistica somministriamo
oligoelementi in forma catalica,
come descritta da Ménétrier
(39), (40). Egli individuò
l’importanza sul "terreno
del paziente sia sano, sia malato"
e che la carenza predisponeva
l'organismo a numerose malattie.
L’integrazione con lo
Zinco viene fatta in forma gluconata,
in fiale bevibili.
Il Ferro viene somministrato
come Ferro ferroso di estrazione
totalmente naturale, prelevato
da acque di sorgenti naturalmente
ricche di Ferro (41), (42).
Il ferro assunto in questo modo
è assimilato almeno al
40% della quantità assunta,
e copre l'intero fabbisogno
giornaliero del bambino. In
caso di rifiuto del ferro in
soluzione liquida, proponiamo
il Ferro Fumarato con la polpa
disidratata del frutto di Adansonia
digitata che, essendo ricca
di oligoelementi e vitamina
C, ne facilita l’assorbimento
(43), in buste granulari che
si sciolgono in bocca.
I farmaci omeopatici verranno
scelti a seguito di una analisi
approfondita cercando , per
quanto possibile il simillimum
del bambino.
Il dialogo con il medico omeopata
consente al genitore di scaricare
le tensioni accumulate e può
essere definito una parte del
Parent Training.
L’individuazione delle
due diatesi che di preferenza
manifestano sintomi ADHD (35),
(36), (37), la sicosi ed il
luesinismo, (anche se bambini
con diatesi psorica o tubercolinica
possono manifestare allo stesso
modo il disturbo), avviene con
la prima consulenza omeopatica.
I sicotici hanno uno psichismo
particolare, uno stato ansioso
con tratti ossessivi ed ipocondriaci
in un corpo grosso ed inquieto
(37), mentre i luetici avranno
in prevalenza una comunicazione
disordinata con gli altri e
fonte di disagio per il loro
essere impulsivi (37). Mentre
per la ricerca di farmaci costituzionali
avremo una prevalenza tra quelli
che appartengono alle costituzioni
carboniche e fluoriche.
Oltre al farmaco diatesico in
dosi scalari crescenti, la prescrizione
del farmaco personale deve essere
altamente individualizzata,
pertanto ci limitiamo a ricordare
le Key note dei farmaci, che
secondo la nostra esperienza
sono di utilizzo più
frequente (34), (35), (38).
L’elenco non è
esaustivo e presenta diverse
lacune ma è frutto di
esperienza personale.
I farmaci omeopatici devono
essere somministrati in gocce
o diluendo i granuli e dinamizzandoli
con alcune succussioni prima
di somministrarli. La diluizione
preferita deve essere 30 CH
ARGENTUM NITRICUM: bambini magri,
agitati, impulsivi, ansiosi,
ipereccitabili. Fobici della
folla, degli spazi chiusi. Camminano,
si muovono, parlano, gesticolano,
agiscono sempre in fretta.
CHAMOMILLA: bambini irritabili,
agitati, di cattivo umore, litigiosi,
insoddisfatti, detestabili,
capricciosi per un nonnulla.
Difficili da trattare.
CINA: bambini sempre imbronciati,
nervosi, con un comportamento
che non è possibile tollerare.
Distruggono lo studio pediatrico.
MEDORRHINUM: bambini agitati
ansiosi si muovono in continuazione,
sembra che il tempo scorra e
loro non riescano a fare tutti
i loro doveri. Non ricordano
gli avvenimenti recenti, le
prime lettere delle parole,
i nomi dei familiari, hanno
difficoltà nel riferire
quanto appena ascoltato.
NUX VOMICA: bambini magri e
vivaci, freddolosi, nervosi,
irritabili, collerici, intolleranti
con tutti. Aggressivi, impulsivi
con gesti di violenza ed atteggiamenti
di cattiveria.
KALIUM BROMATUM: bambini o adolescenti
agitati, nervosi, insonni con
incubi, terrori notturni di
demoni e paure ossessive, con
grande paura delle malattie
e manie di persecuzione.
TARENTULA HISPANICA: bambini
con grande eccitazione motoria
e psichica, molto sensibili
sia fisicamente che mentalmente.
Dai momenti di dolcezza passano
a crisi di violenza improvvisa
e di crudeltà.
LACHESIS MUTUS: bambini con
eccitazione e depressione alternate,
legate a sentimenti contraddittori,
gelosia patologica, suscettibilità
estrema, desiderio di vendetta,
diffidenza per tutto quello
che viene proposto. L’adolescente
è aggressivo.
COFFEA CRUDA: bambini attivi,
vivaci, ma l’umore può
variare e possono diventare
depressi, lamentosi ed inquieti.
Si muovono e si agitano in continuazione.
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