QUEL
SENSO DI FATICA........, DI
ASTENIA
Aldo
Ercoli
Il termine astenia deriva dal
greco “astenos”,
ossia privo di forza. E’
quello stato di sensazione soggettiva
di stanchezza generalmente dovuto
a surmenage psico-fisico, sforzi
prolungati, malattie infettive.
Questa condizione è molto
frequente e va differenziata
da altre forme di astenia secondaria
a malattie organiche. Quando
questo stato non è transitorio
ma perdura nel tempo è
importante sottoporsi a visita
medica con conseguente accertamento
diagnostico.
Una anemia da carenza di ferro,
una malattia endocrina (sia
l’ipo che l’ipertiroidismo,
ma anche una insufficienza ipofisaria
o delle ghiandole surrenali),
addirittura una neoplasia o
una leucemia insorgono così
come per tante altre malattie,
proprio con questo senso di
stanchezza, di abulimia, di
voglia di non fare niente, oppure
di non essere in grado di compiere
sforzi prolungati.
In verità la causa più
frequente di questi sintomi
è la sindrome depressiva.
Quando infatti diminuisce l’interesse
per ciò che ci circonda
ci si sente contemporaneamente
stanchi e abulici.
Con queste doverose premesse
veniamo ora al trattamento con
rimedi naturali.
La fitoterapia, ossia la cura
con piante medicinali, ci offre
tutta una serie di possibilità
terapeutiche. Soprattutto nei
soggetti giovani con valori
pressori normali si utilizzano:
il Ginseng siberiano (Eleuterococcus
sentiscosus), l’Alfa-alfa
(Medicago sativa), il Ginseng
cinese (Panax Ginseng) e la
Paullina sorbilis (Guaranà).
Il primo, il Ginseng, proviene
dalla Russia ed ha un’azione
tonica ed antistress, molto
utile nell’astenia fisica
e nella convalescenza.
L’Alfa-alfa è una
pianta nostrana molto ricca
in elementi minerali (calcio,
ferro, fosforo, rame, selenio,
zinco, aminoacidi, vitamine
A, C, D, E, K).
Il Panax Ginseng proviene, invece,
dalla Cina e dal sud-est asiatico.
E’ la pianta più
utilizzata in ogni stato di
affaticamento compresa l’astenia
sessuale (impotenza). Il nome
“jin-sen” significa
“simile all’uomo”
per la forma delle sue radici
che ricordano l’essere
umano.
Il Guaranà proviene dal
Brasile ed è chiamato
la “liana dell’Amazzonia”
o “la pianta del cacciatore”
in quanto è capace di
sopprimere il senso di fatica.
E’ anche lei utilizzata
nell’astenia sessuale
in quanto vanta un’azione
afrodisiaca. E’ molto
ricca di caffeina tanto che
il suo potere stimolante è
da due a cinque volte superiore
al caffè stesso. Da qui
l’effetto antifatica e
nervino del prodotto.
Un’ottima associazione
energetico-stimolante ci viene
offerta dalla combinazione del
Guaranà con il Ginseng
e la Pappa reale. Il Ginseng
coreano è considerato
il migliore.
La Pappa reale è prodotta
dalle api nutrici; costituisce
il nutrimento esclusivo dell’ape
regina. E’ molto ricco
in vitamine del gruppo B, oltre
alla vitamina A, C e D; né
mancano gli oligoelementi (calcio,
rame, ferro, fosforo, potassio,
silicio, zolfo), l’inositolo
e l’ormone della crescita.
Nell’astenia da eccessivo
sforzo fisico, specie negli
atleti, o in tutte le condizioni
da eccessiva sudorazione (estate
torrida) o dopo perdita di liquidi
organici (vomito, diarrea) occorre
utilizzare prodotti a base di
sali minerali, quali il potassio
ed il magnesio: bastano pochi
giorni di cura per ritrovare
la forza e l’efficienza
fisica.
Per quanto
concerne i rimedi omeopatici
va detto che in quest’ultima
condizione descritta, ossia
nell’astenia da perdita
di sali minerali, China 5CH
granuli (tre granuli,tre volte
al giorno per una settimana)
è senz’altro il
più utile.
Negli altri casi occorre personalizzare
la terapia, in quanto l’omeopatia
è “la scienza della
persona e non della malattia”.
In linea generale va comunque
detto che i rimedi a base di
potassio (Kali Phosphoricum,
Kali Carbonicum, etc.) sono
i più impiegati. Occorre
però trovare il giusto
“simillimum”. Il
rimedio più impiegato?
Forse è Sepia. In questo
caso l’astenia va di pari
passo con la sindrome depressiva.
Si tratta soprattutto di donne
asteniche, magre, ipotese, con
macchie nere sul viso e sul
corpo.
La Sepia
è un rimedio usato spesso
in menopausa, ma una sindrome
depressiva reattiva può
scatenare, grazie al processo
psico-neuro-endocrino-immunologico
(PNEI), gli stessi sintomi del
rimedio anche in un soggetto
giovane.
Quello che conta è che
ci sia una indifferenza a tutto
ed a tutti, una sindrome da
isolamento associata ai sintomi
fisici sopra descritti.
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