Di Rocco Carbone
I bisogni dei consumatori unitamente ad una maggiore consapevolezza sviluppatosi in questi ultimi anni, il desiderio di ritornare alla natura, indirizzano le preferenze della gente verso prodotti di estrazio ne naturale, non sempre le scelte del marketing aziendale coincidono con gli interessi dei consumatori, pertanto cerchiamo di tracciare alcuni riferimenti per capire la terminologia utilizzata nella comunicazione di questi prodotti.
Come nel campo medico, per una esigenza di maggiore consapevolezza del consumatore si sono affermate diverse medicine alternative, definite non convenzionali (la fitoterapia, l'aromaterapia, la gemmoterapia, omeopatia, fiori di Bach, ecc.), così per la cosmesi si sono sviluppate applicazioni con impiego di estratti naturali di piante, determinando la funzionalità del cosmetico, infatti (fitocosmesi, aromacosmesi, gemmocosmesi, omeocosmesi, ecc.), rappresentano i settori di ricerca ed utilizzo di sostanze funzionali maggiormente impiegate nei cosmetici.
Fattori di preferenza, in questo senso sono: l'innocuità cutanea, e la compliance fisiologica, il testimonial e un packaging sapientemente strutturato elice il bisogno interiore. Aspetti utilizzati frequentemente nella comunicazione suscitando nel consumatore desiderio e propensione all’acquisto.
Di particolare interesse vuoi scientifico che di marketing trionfa il concetto di dermocompatibilità.
A ciò si aggiunge anche una conoscenza e maggiore desiderio di salute-benessere fai da te e di cura del proprio aspetto fisico, che hanno determinato maggiore consapevolezza da parte delle consumatrici sui trattamenti estetici e sull'inserimento relativamente recente in essi de i prodotti naturali.
E' stato soltanto negli ultimi cinquant'anni che la cosmesi ha subito profonde modifiche, passando da pratica empirica a tecnologia razionale avvalendosi dei prodotti di sintesi chimica.
Nel contempo però, col concorso delle nuove conoscenze apportate dalla dermatologia, dalla fisiologia cutanea, dalla chimica e dal metodo sperimentale, si è trasformata in una vera e propria "scienza cosmetica".
E' proprio sulla base dei notevolissimi progressi fatti, che la dermocosmesi e tutti i preparati cosmetici devono essere riveduti e corretti sul filo della loro effettiva funzionalità, della loro innocuità cutanea e farmacologica, della loro migliore costituzione e, nel caso di prodotti commerciali, della loro conservabilità, del loro complesso organolettico e della loro carica in microrganismi.
Si deve subito premettere che i cosmetici naturali non intendono contrastare o soppiantare quelli a base di soli prodotti chimici (da un centina io di materie prime conosciute negli anni 40 siamo passati oggi a più di 30.000), ma semplicemente svolgere un ruolo complementare ed affiancarli nella pratica quotidiana della donna, dalle casalinghe alle estetiste, spesso con indubbi vantaggi funzionali ed economici.
Sono prodotti per lo più neutri o leggermente acidi che servono di supporto e per veicolare estratti di fitocomplessi di piante o di derivazione animale, atte a costituire la forma cosmetica ( gel. Emulsione, lozione, crema, maschere, ecc.).
Sono ottimi eccipienti tutte le polpe di frutta e verdura (che hanno anche una loro funzione specifica), lo yogurt, le cagliate, il latte, le acque distillate, il frullato di uova, le farine di cereali e di legumi trasformate con aggiunta di acqua, in creme semifluide, il miele e così via.
Già questi prodotti, tutti ortodermici e dermocompatibili, hanno una buona azione cutanea emolliente ed idratante ma, se addizionati con estratti fluidi o con altri estratti attivi cosmetici, possono diventare dei veri e propri cosmetici funzionali naturali, con una varietà di composizione e di applicazioni a seconda delle capacità e creatività delle preparatrici.
L’impiego di polpe succhi di frutta e verdure, vennero studiati circa trent'anni fa, il loro impiego in cosmetica si applicano di recente con l’attività dermotropica degli alfaidrossiacidi AHA contenuti in questi prodotti.
Fortemente avversati alla loro presentazione (Parigi 1952), costituiscono oggi materie prime naturali di normale impiego cosmetologico.
Dal punto di vita funzionale si sono riscontrate e sperimentate valide azioni emollienti della banana, dell'albicocca, della pesca; l'azione astringente e schiarente dei succhi di arancia e di limone (a metà diluito con acqua), del pompelmo, della fragola, del lampone; l'azione disarrossante del cetriolo, della melanzana, della lattuga e della zucca; l'azione eudermica della carota, del pomodoro, degli spinaci e via dicendo.
Applicazioni estetiche dei succhi o degli omogeneizzati venivano fatte o direttamente o in preparati addizionati del 3% di glicerina o con copertura di compresse umide, sempre con risultati positivi in centri estetici. Da ricordare i succhi di piante grasse (ad azione idratante) quale il fico d'India, ad es., di aloe (ad azione bioattiva), ecc..
Le piante officinali impiegate in cosmesi e dermocosmesi costituiscono le materie prime cosmetiche maggiormente impiegate, di cui la loro presenza è stimata in circa il 95% dei prodotti, vuoi come eccipienti che come sostanze funzionali.
L’estensione del concetto di naturalità ha preferito orientarsi più che verso il principio attivo della pianta, maggiormente verso l’utilizzo del fitocomplesso, all’uopo sono stati perfezionati metodi di estrazione integrale per avere a disposizione i fitocomplessi attivi, sia lipo che idrosolubili, delle piante.
Esse possono essere usate tal quali (omogeneizzati o contusi delle parti attive per uso diretto con aggiunta di acqua o latte od oli) o attraverso i loro estratti fluidi reperibili in commercio, che si aggiungono agli eccipienti base già citati.
Si riportano le piante fitocosmetiche maggiormente impiegate.
1. Antiedemigini vasali: il rusco radice, i frutti del mirtillo e dell'ippocastano, le foglie del gingko, le foglie di centella, ortosifon, pilosella.
2. Emollienti: la malva, l'altea, il verbasco, la borragine, la farfara.
3. Stimolanti e tonificanti: la lavanda, il timo, la salvia, il ginepro, il rosmarino, la santoreggia.
4. Bioattivanti e riepitelizzanti: il luppolo , la calendula, la carota ed i pigmenti della buccia d'arancia.
5. Astringenti: la quercia, il castagno, il nocciolo, la noce, l'amamelide, il mirtillo foglie.
6. Capillarotropi: alloro, china, capuccina, ortica.
7. Anticellulitici: edera, centella, ananas, meliloto.,
Vengono impiegate in aramacosmesi gli oli essenziali ed essenze che si ottengono per distillazione delle piante aromatiche, ricavando così una separazione della parte volatile distillabile da quella fissa non volatile.
Questi oli eterei vengono diluiti in solventi rari ed applicati in estetica a seconda della loro funzionalità e delle loro proprietà.
Così, per depurare antisetticamente a fondo la pelle; si usano il timo, la lavanda, la santoreggia; per dare un senso di fresco, la menta; contro le scottature, l'iperico in oleolito; per la pelle grassa, le essenze di maggiorana, cipresso, issopo; per le pelli aride, sandalo, mirto, malvarosa; per le pelli sensibili, l'elicriso, la verbena, il limone; per le pelli eritrosiche, il millefoglio, camomilla, sandalo; per le pelli senescenti, la malvarosa, il basilico, la rosa canina.
Solo da pochissimi anni si stanno proponendo sul mercato cosmetici con caratteristiche omeopatiche, il settore è di grande interesse e tuttora in sviluppo.
Il concetto che anima questi cosmetici si basa essenzialmente sull’impiego di fitocomplessi o macerati glicerici o di gemmo derivati dinamizzati, inseriti in un veicolo inerte apolare, il loro impiego si rivela interessante soprattutto per il trattamento di eritemi, rossore irritativi atopici in soggetti ipersensibili.
Sono già ben inseriti i dentifrici omeopatici molto utilizzati da consumatori in trattamento omeopatico, anche per la nota incompatibilità esercitata da essenze terpeniche contenute nei normali dentifrici.
Il vero stravolgimento consiste nel proporre un ausilio che possa intervenire in maniera innocua a sviluppare una patoge nesi del cheratinocita, quindi ritrovare il riequilibrio della fisiologia cutanea.
E' questo un argomento, ben poco noto ed applicato, data l'enorme pubblicità che sottolinea quelli di sintesi.
essi.
Eppure molte popolazioni del mondo (specialmente quelle primitive) si servono unicamente di
La polpa di banana e il passato di mele cotte sono già due detergenti naturali ottimi, agendo elettrostaticamente sullo sporco (di segno positivo), mentre i tensioattivi, per lo più disortodermici, agiscono in senso chimico- fisico delipidizzando troppo pelle e capelli.
Ecco tre ricette di cosmetici naturali detergenti: crema aggrumata, preparata a partire dalle bucce di aranc ia o limone; latte di mandorle dolci; gelatina di cotogno e polvere di pulizia a base di saponaria.
Nel primo caso agiscono le pectine dell'albero delle bucce; nel secondo l'olio e le emicellulose della mandorla; nel terzo le mucillagini; nel quarto le saponine della radice.
La pianta utilizzata sin dall’antichità per eccellenza nella detergenza è la saponaria officinalis, da cui il termine latino di sapo, sapone, la cui attività detergente viene espressa dalla presenza di sostanze terpeniche, le saponine, che rappresentano le prime sostanze ad attività schiumogena.
Anche la polpa della papaia, quella della manioca e della patata, le farine cotte di semi di lino, di legumi e le gelatine di farina di semi di carrube hanno un potere detergente apprezzabile.
Si ottengono, in senso restitutivo e bioattivante, ottimi risultati con l'uso di macerati glicerici che rappresentano un ottimo principio funzionale stabile in emulsioni A/O e O/A. I semi germinati, i giovani getti, costituiscono le materie prime principali dalle quali ricavare auxine e fitostimoline, veri e propri attivattori cellulari principali entrano indirettamente in questa sezione particolare della fitocosmesi e la sperimentazioni fatte su questi prodotti sono state soddisfacenti.
L’impiego in cosmetica di questi derivati va allocato principalmente in cosmetici con funzionalità linfo-drenante e come coadiuvanti cosmetici nei trattamenti di varici, ritenzione idrica, edemi malleolari, cellulite e trattamenti dimagranti.
Si potrebbe qui parlare a lungo di preparazioni per impieghi estetistici particolari (fiordaliso, veronica o rosa per colliri oftalmici; ratania ed iris rizoma per dentifrici; fitolacca, farina di legno di panams o di quillaia o di saponaria per gli shampoos; maschere di bellezza calmanti con millefoglio; stimolanti con melissa o santoreggia o maggiorana; lozione astringente con succo di limone; crema schiarente con omogeinat o di frutti di rosa canina; peelings con estratto di foglie di rose e via dicendo), ma finiremmo per essere molto prolissi.
In definitiva i principali tipi di cosmetici per la bellezza e per la salute della pelle possono essere preparati in molte varianti utilizzando i prodotti naturali. Sui prodotti chimici essi hanno il vantaggio di essere preelaborati dalla vita e di essere quindi più dermoaffini, il che spiega la scarsa insorgenza di sensibilizzazioni e di irritazioni, e, quindi di dermocompatibilità.