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Cahiers de Biotherapie:

ARNICA

ARNICA MONTANA (Famiglia ASTERACEAE o COMPOSITAE )
Danilo Carloni

Il nome deriva dall’alterazione del greco “ptarnikè” che proviene da “ptarnòs” che significa : ciò che fa starnutire , perchè le radici e i fiori dell’arnica sono starnutatori. 1).

Nomi volgari sono infatti, “starnutella” ed “erba delle montagne”.
Habitat e caratteristiche botaniche :
Arnica vive in tutte le montagne del continente europeo e fiorisce nei mesi di giugno e luglio;
è un’erbacea perenne alta dai 20 ai 60 cm., ha un rizoma robusto 4) dal quale origina un fusto eretto, villoso, alla cui base porta delle foglie lanceolate disposte a rosetta basale,, le foglie sono pubescenti sopra e glabre sotto e opposte; produce 1-3 capolini, larghi 5-8 cm. con fiori ligulati (15-25), di colore giallo-oro; ha odore debolmente aromatico, e sapore amarognolo, leggermente piccante e speziato; caratteristico è il frutto costituito da acheni pubescenti sormontati da un pappo di setole bianche, ispide e scabre.

La droga è in genere costituita dal fiore , ma secondo Benigni, Capra e Cattorini anche dal rizoma con le radici.
Il fitocomplesso è caratterizzato dalla presenza di numerosi ed interessanti componenti fra cui spiccano : a) lattoni sesquiterpenici, in particolare elenalina, diidroelenalina e loro esteri acetati, isobutirrati, tigliati,e isovalerati che conferiscono alla droga il caratteristico sapore amaro 5); b) un olio essenziale anche se in modesta quantità pari a circa lo 0,5% e in cui si ritrovano timolo e derivati, inoltre felandrene, mircene, umulene, cadinene e altri; c) carotenoidi che caratterizzano il colore caratteristico dei fiori; d) flavonoidi 2-12) sia come agliconi che come glicosidi ( ad es. astragalina, isoquercitrina, luteolina-7-glicoside; e) cumarine; f) acidi fenolici espressi come acido caffeico, cinarina, acido clorogenico, acido caffeoilchinico; g) triterpeni; h) fitosteroli; i) ac.grassi; l) polisaccaridi (inulina e mucillagini); m) alcaloidi in tracce; n) amine come betaina e colina .

La Farmacopea Europea IV edizione descrive questa pianta e ne definisce il titolo minimo in lattoni sesquiterpenici espressi come elenalina pari allo 0,4%.
In Germania l’arnica è descritta nella farmacopea tedesca nella varietà Chamissonis subspecie foliosa; in alcuni paesi fra cui l’Italia, la raccolta dell’arnica montana per uso industriale, è stata interdetta onde evitare l’estinzione della specie.

Attività
L’arnica viene storicamente utilizzata per le proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antiecchimotiche.
Queste azioni, vengono prevalentemente attribuite al sinergismo espresso fra i lattoni sesquiterpenici e i flavonoidi.
I lattoni sesquiterpenici dell’arnica, in particolare elenalina e diidroelenalina, hanno dimostrato la capacità di controllare l’infiammazione grazie all’inibizione della migrazione chemiotattica dei leucociti polimorfonucleati e la relativa rottura delle membrane lisosomiali, riducendo così la liberazione di sostanze citotossiche e pro-flogogene da parte di queste cellule 5).
Sempre a questi componenti e’stata attribuita anche un’attività di controllo dell’aggregazione piastrinica, mediante l’inibizione reversibile delle ciclossigenasi, ( questa azione è potenziata dalla presenza dei carotenoidi e dei flavonoidi).
I lattoni sesquiterpenici elenalina e diidroelenalina, hanno dimostrato di essere in grado di impedire l’attivazione del fattore di trascrizione NF-kappaB coinvolto nell’iniziazione del processo infiammatorio (il fattore NF-kappaB, una volta attivato, regola la trascrizione genica di citochine pro-flogogene, del TNF , della sintasi inducibile il monossido di azoto (iNOS); il fattoreNF-kappaB è presente in quasi tutte le cellule in modo quiescente sotto forma di complesso inattivo ; questo particolare complesso si trova nel citoplasma cellulare ma a seguito di stimoli stressogeni o irritativi se ne determina l’attivazione, ciò determina la liberazione del fattore NF-kappaB e la conseguente migrazione all’interno del nucleo dove lo stesso, agganciandosi a specifici recettori, modifica il percorso biosintetico del DNA orientandolo verso la direzione della sintesi delle sostanze proflogogene precedentemente descritte).
Gli acidi fenolici come il caffeico, il clorogenico e altri presenti nel fitocomplesso dell’arnica, partecipano attivamente al processo di controllo dell’infiammazione e dell’evento traumatico, infatti non solo hanno proprietà antiossidanti e depurative ma sono anche noti inibitori della via classica del complemento 10).
Si è osservato che l’elenalina e la diidroelenlina, inibiscono l’aggregazione piastrinica indotta dal collagene , inibiscono la formazione di trombossano e il release di istamina da parte dei mastociti.
L’azione sulle piastrine sembra legata alla interazione con i gruppi sulfidrilici acido-solubili delle piastrine, operata dai lattoni elenalina e diidroelenalina, ( fino al 78% del contenuto piastrinico) ; quest’attività sarebbe confermata dal fatto che l’aggiunta di cisteina (aminoacido che contiene numerosi gruppi sulfidrilici) contrasterebbe l’affinità di legame alle piastrine.
I lattoni sesquiterpenici posseggono inoltre attività antinevralgica7); e in vitro hanno dimostrato un’azione antibatterica e antifungina 8).
Alla frazione triterpenica (triterpeni alcolici) e ai flavonoidi dell’arnica, sono attribuiti effetti spasmolitici in particolare a livello della muscolatura liscia vascolare, permettendo così la distensione dei tessuti soggetti a stato infiammatorio e conseguente azione antidolorifica .
Alcuni ricercatori hanno dimostrato l’attività antinfiammatoria dell’arnica mediante il test dell’edema della zampa del ratto indotto da carragenina; l’elenalina , somministrata per via intraperitoneale, ha ridotto l’edema in percentuale che varia dal 72 al 77% ; analogamente tramite il test di Writhing , che consente di rilevare l’effetto analgesico sui dolori di origine infiammatoria, ha dimostrato di ridurre , nel topo, le contrazioni (secondarie allo stato flogistico) fino al 90% .

Recentemente è stata attribuita all’arnica anche un’attività di controllo sulla produzione della proteina attivatrice AP-1 e sulle proteasi definite MMP1 e MMP13 ; ( AP-1 è una struttura proteica formata da due subunità definite “Jum” e “Fos” la cui sintesi avviene ancora una volta dopo la precedente attivazione del già noto fattore trascrizionale NF-kappaB; la proteina AP-1 una volta attivata determina a sua volta la liberazione e attivazione degli enzimi proteasici MMP 1 e 13; questi enzimi sono importanti in ambito reumatologico e traumatologico perché hanno come target le cartilagini articolari, la struttura del collagene, il tessuto connettivo e molte altre strutture della pelle, tutte degradate dell’azione degli stessi) 12).

Effetti dimostrati
L’azione principale di arnica è quella antinfiammatoria, ma anche analgesica e antisettica ; l’applicazione topica di estratti della pianta determina inoltre un miglioramento dell’emodinamica circolatoria favorendo così un più pronto riassorbimento dello stravaso conseguente al trauma.

Uno studio clinico in cui sono stati coinvolti pazienti operati alla mano perché affetti da sindrome del tunnel carpale , ha evidenziato che la somministrazione di arnica in pomata, dopo 7 giorni di trattatamento, determinava una significativa riduzione del gonfiore e del dolore nella parte interessata 5).

Preparazioni a base di arnica vengono usate con successo per numerose affezioni delle mucose e della pelle; sono usate in tutte le forme infiammatorie delle mucose oro-faringee 6), alla dose di 5-10 gocce di tintura, disperse in un bicchier d’acqua o di infuso di camomilla, per toccature o sciacqui da effettuare più volte al dì .
Compresse imbevute di arnica TM possono fornire ottimi risultati nel trattamento di emorroidi , nei disturbi muscolari o articolari di natura traumatica, e negli edemi da frattura.
Le preparazioni per uso topico a base di arnica non devono superare in genere il 20% di concentrazione , la formulazione più accreditata per uso topico prevede l’utilizzo al 10% della TM realizzata secondo H.A.B. Tedesca §3 .

Uno studio pubblicato nel Journal of American Institute of Homeopathy , vol.89-number 4 , 1996, ha evidenziato l’utilizzo di due gel per uso topico a base di arnica , uno alla 1D e l’altro alla 6CH, vs placebo , in soggetti che presentavano dolore muscolare acuto , il test è stato realizzato in doppio cieco contro placebo ( solo eccipienti).
I soggetti trattati nelle due prove avevano partecipato alla corsa annuale al Central Park di New York, cui partecipano molti dilettanti e podisti domenicali; alla fine del test la differenza di risultati positivi fra i due gel a base di arnica diluita omeopaticamente era solo del 10% , mentre fra i due gel e il placebo la risposta in successi si discostava del 27% 11).

Un interessante lavoro condotto da Widrig e coll. ( Rheumatol. Int. 2007) ha confrontato l’attività di una pomata a base di Arnica al 10% con un gel a base di Ibuprofene al 5%, nel trattamento dell’osteoartrite della mano : sono stati trattati 204 pazienti per 21 giorni ; lo studio è stato realizzato con metodo random e in doppio cieco; alla conclusione del test sono stati valutati segni soggettivi come il dolore, la funzionalità articolare; il grado di efficacia e sicurezza sono stati valutati sia da parte del medico che del paziente; è stata poi verificata l’eventuale assunzione di analgesici (paracetamolo) ; la conclusione dello studio ha evidenziato che l’azione antinfiammatoria di arnica al 10% in pomata è stata equivalente a quella del gel al 5% di ibuprofene.
Le Monografie ESCOP riportano che l’arnica ( dopo indagine pletismografica e valutazioni soggettive come tensione, gonfiore e dolore agli arti inferiori) è risultata superiore al placebo in soggetti affetti da insufficienza venosa cronica.

L’utilizzo omeopatico di Arnica è indirizzato verso tutte quelle problematiche di natura traumatica e post-traumatica, affrontando le relative conseguenza sia a livello fisico che psicologico, trova anche indicazioni nelle manifestazioni emorragiche, nelle mestruazioni abbondanti, in vari disturbi legati ad insufficienza vascolare.

Le preparazioni per uso interno a base di arnica Tintura Madre, infuso etc. non sono più usate da tempo ; infatti la somministrazione sistemica determina irritazione delle mucose e può provocare cefalea, vertigini, algie addominali, nausea, vomito, crampi, diarrea, grande debolezza muscolare, collassi, inoltre turbe vasomotorie, come palpitazioni e turbe respiratorie come tachipnea.
L’ingestione di una quantità di circa 30 ml. di tintura al 20%, può produrre sintomi gravi ma non fatali .
L’uso classico e più accreditato è quello esterno, per il trattamento di ecchimosi conseguenti a distorsioni e contusioni, sequele da intervento chirurgico, disturbi della circolazione venosa e infiammazioni articolari.
Preparazioni cosmetiche a base d’arnica sono consigliate come tonici per capelli e cuoio capelluto e in formulazioni antiforfora 8).

Per evitare fenomeni allergici o dermatiti da contatto si potrebbe utilizzare solo arnica di provenienza portoghese , che per il 90% viene raccolta allo stato selvatico, e per questo contenente in prevalenza il sesquiterpene diidroelenalina , che non provoca dermatiti, di solito causate invece, dalla presenza di elenalina.(in Germania si è orientati all’ utilizzo di solo questo tipo di arnica) 9).

Le forme farmaceutiche più utilizzate sono le creme o gel al 4-10% di arnica tintura madre, da applicare su cute integra, due quattro volte al dì ; è sconsigliato il metodo di applicazione in occlusione, le monografie ESCOP non pongono restrizioni all’uso topico in gravidanza e durante l’allattamento.

Danilo Carloni, farmacista , erborista, docente SMB , Sifit

Riferimenti bibliografici
1)Piante medicinali Benigni,Capra,Cattorini Inverni D.Beffa
2)Monografie Tedesche,Studio Edizioni
3)Piante officinali per infusi e tisane, R.Della Loggia , OEMF
4)Botanica farmaceutica,F.Sappa,parte speciale ed.Levrotto e Bella (To)
5)sito Web Pharbenia , www.pharbenia.it
6)Dizionario fitoterapia e piante medicinali, E.Campanini Tecniche nuove
7)Tinture madri in fitoterapia M.Rossi,,Studio edizioni.
8)Enciclopedia Piante medicinali , Leung,Foster ed.Planta Medica
9)Acta Phitoterapeutica,vol IV , n.3 2001, p.119
10)Acta Phitoterapeutica , vol.IV , n.4 2001 , p.118
11)Laboratori Boiron , studio clinico Arnica
12)F.Capasso, R. Capasso Arnica L’Erborista 2-2010

 

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