Cahiers de Biotherapie:
Immunologia dell’intestino
e la sindrome LGS
di Rocco Carbone
Generalità
L’organismo umano ha sviluppato
un efficace sistema verso agenti aggressori
infettivi e sostanze tossiche, attraverso
la formazione di anti-corpi umorali
o lo sviluppo di immunità cellulare.
Dallo studio dei meccanismi molecolari
si rileva che l’organismo è
capace di distinguere le sostanze
proprie (self) da sostanze non-proprie
(non-self) e, attraverso l’attivazione
del Sistema Immunitario, si può
produrre un'enorme varietà
di cellule e molecole in grado di
riconoscere ed eliminare un'infinità
di agenti invasori.
All'interno del Sistema Immunitario
vengono distinte due unità
funzionali:
L'Immunità congenita: è
la resistenza di base alle malattie
acquisita con la nascita; rappresenta
una prima linea di difesa. Essa include
una serie di barriere difensive ad
infezioni ed aggressioni esterne:
la pelle, le mucose e la temperatura
corporea.
L'Immunità acquisita: denominata
pure Immunità specifica, mette
in atto una reazione specifica nei
confronti di ciascun agente infettivo
che viene poi "memorizzata"
dal Sistema Immunitario, attraverso
la formazione di anticorpi.
La risposta immunitaria acquisita
viene attivata quando il Sistema immunitario
congenito non riesce a debellare un
agente patogeno. Il riconoscimento
di agenti avversi avviene ad opera
dei linfociti, mentre l’azione
di difesa e neutralizzazione del patogeno
avviene sia tramite i linfociti e
sia tramite altre cellule specializzate
come i macrofagi e le cellule neutrofile.
Il Sistema Immunitario svolge le sue
azioni difensive attraverso una serie
di mediatori che intervengono nei
processi allergici, essi sono: i globuli
bianchi, le interleuchine, le proteine
del Complemento e l'interferone che
fungono da anticorpi, mentre batteri,
virus e tossine costituiscono gli
antigeni.
I globuli bianchi sono le cellule
che hanno propriamente il compito
di difendere l'organismo dalle infezioni.
Si dividono in tre categorie:
1. monociti, che al momento dell'infezione
diventano macrofagi;
2. granulociti, a loro volta divisi
in neutrofili, acidofili e basofili;
3. linfociti, a loro volta divisi
in linfociti T e B.
I linfociti T si dividono in tre
gruppi:
I linfociti T citotossici sono i responsabili
dell'immunità cellulare. Utilizzando
il riconoscimento della proteina MHC
, essi riconoscono una cellula self
da una non-self. In quest'ultimo caso,
attraversano la membrana cellulare
con una proteina, detta perforina,
causandone la lisi (rottura) e quindi
la morte.
I linfociti T helper (Th1 e Th2) sono
importantissimi, poiché attirano
e attivano gli altri tipi di linfociti.
Viaggiano a stretto contatto con i
macrofagi. I linfociti T helper quando
sono attivati secernono delle proteine
chiamate linfochine che presentano
recettori specifici verso la membrana
delle cellule bersaglio. Esistono
diversi tipi di linfochine, di cui,
la famiglia più importante
è rappresentata dalle interleuchine,
che stimolano la crescita delle cellule
T e la produzione di anticorpi da
parte dei linfociti B. Le linfochine
vengono attivate durante alcune reazioni
di ipersensibilità dell’organismo.
I macrofagi dopo aver fagocitato un
agente estraneo (cellula, batterio,
virus, tossine, ecc.), espongono nella
proteina MHC un frammento di tale
agente; in seguito a tale presenza
si attiva la produzione di una proteina
detta interleuchina 1, la quale, attira
il linfocita T helper e gli trasmette
l'informazione sul tipo di cellula
estranea penetrata nell'organismo.
Il linfocita T helper, in seguito
a questa informazione produce due
sostanze: l'interleuchina 2 e l'interleuchina
4, che stimolano la riproduzione rispettivamente
dei linfociti T citotossici e dei
linfociti B.
I linfociti natural killer (NK) hanno
funzione analoga ai linfociti T citotossici,
ma non utilizzano il riconoscimento
dell'MHC.
Il ruolo "attivo" della
difesa specifica è quindi svolto
dai linfociti T citotossici, dai linfociti
NK e dagli anticorpi.
Le interleuchine sono specifiche
sostanze di natura proteica secrete
da cellule del sistema immunitario
durante la risposta immunitaria: linfociti,
cellule NK, fagociti, cellule dendritiche.
Gli anticorpi o immunoglobuline sono
delle proteine specifiche per ogni
antigene con una peculiare struttura
quaternaria che le conferisce una
forma a "Y". Gli anticorpi
hanno la funzione, nell'ambito del
sistema immunitario, di neutralizzare
corpi estranei come virus e batteri,
riconoscendo ogni determinante antigenico
o epitopo legato al corpo come un
bersaglio. In maniera schematica e
semplificata si può dire che
ciò avviene perché al
termine dei bracci della "Y"
(v. figura struttura degli anticorpi)
vi è una struttura in grado
di "chiudere" i segmenti
del corpo da riconoscere. Ogni chiusura
ha una chiave diversa, costituita
dal proprio determinante antigenico;
quando la "chiave"
(l'antigene) è inserita, l'anticorpo
si attiva. Dal punto di vista funzionale
sono distinguibili due componenti
fondamentali:
a) una regione costante (C), che media
l’interazione dell’anticorpo
con il complemento o con cellule dell’
immunità innata;
b) una regione variabile (V), che
contiene il sito di combinazione con
l'antigene e che è quindi variabile
a seconda della specificità
dell'anti-corpo per un dato antigene.
Le Immunoglobuline (Ig) sono glicoproteine
presenti nel sangue e nei fluidi dei
tessuti, costituite da due catene
pesanti (H, dall'inglese "heavy"),
di circa 400 aminoacidi, e da due
leggere (L, dall'inglese "light"),
di circa 200 aminoacidi, tenute insieme
da legami chimici.
Le immunoglobuline umane sono suddivise
in 5 classi principali, in funzione
della classe di catene H, che sono
rispettivamente alfa, delta, epsilon,
gamma e mu. Sono elencate in ordine
decrescente di concentrazione serica:
IgA, IgD, IgE, IgG, IgM.
IgA: costituiscono circa il 20% delle
immunoglobuline seriche (e ben il
60-70% delle totali) e sono presenti
principalmente nelle secrezioni esterne,
quali saliva, colostro, lacrime, muco
delle vie respiratorie e del tubo
digerente.
Le IgA rappresentano un importante
mezzo di difesa contro le infezioni
locali; stimolano la reazione del
complemento solo attraverso una via
di attivazione alternativa e intervengono
nella risposta immunitaria secondaria.
IgD: rappresentano lo 0,2% delle immunoglobuline
circolanti. Sono presenti sulla membrana
cellulare dei linfociti B dove, legato
l'antigene verso cui sono specifiche,
inducono l'attivazione della cellula
a proliferare, maturare a plasmacellula
e a produrre, in forma solubile, anticorpi
in grado di riconoscere gli stessi
antigeni della Ig di membrana.
IgE: sono presenti nel siero in concentrazione
bassissima, inducono la liberazione
da parte delle stesse cellule dei
mediatori responsabili delle reazioni
allergiche di tipo I.
IgG: sono la classe di anticorpi maggiormente
presenti nel siero, rappresentando
circa il 75% delle immunoglobuline
circolanti.
Attraversano la barriera placentare
e, quindi, si trovano a concentrazione
elevata già alla nascita, conferendo
al neonato una certa protezione durante
i primi mesi di vita.
IgM: costituiscono circa il 5-10%
delle Ig totali. Le IgM costituiscono
la classe di anticorpi che vengono
sviluppati al primo contatto con un
nuovo antigene e sono quindi parte
della risposta immunitaria primaria.
Stimolano la reazione del complemento
e non passano la barriera pla-centare.
Il Complesso Maggiore di Istocompatibilità
o Major Histocompatibility Complex
(MHC).
Ogni cellula del corpo umano ha sulla
sua superficie una proteina chiamata
MHC (complesso maggiore di istocompatibilità),
differente da organismo a organismo.
Esso è, in pratica, un sistema
di controllo per distinguere le proprie
cellule (self) dalle cellule estranee
(non-self). Se vi è una modifica
nel materiale genetico di una cellula
(a seguito di un'infezione virale
o nel caso di una cellula tumorale)
l'MHC prodotto non sarà quello
originale ma avrà dei difetti;
questa cellula, pertanto, viene classificata
come "agente estraneo" dal
sistema immunitario e viene distrutto.
Esistono due tipi di MHC:
? MHC di classe I, presente in tutte
le cellule;
? MHC di classe II, presente solo
sulla superficie dei macrofagi, dei
linfociti B e di alcune cellule linfatiche
(ad esempio nel timo).
Gli interferoni (IFN) sono una classe
di proteine prodotte dalle cellule
del sistema immunitario (globuli bianchi,
fibroblasti) in risposta all'attacco
di agenti esterni come virus, batteri,
parassiti e cellule tumorali. Gli
interferoni appartengono alla vasta
classe di glicoproteine note come
cito-chine.
La loro funzione specifica è
quella di:
1. inibire la replicazione di virus
all'interno delle cellule infette;
2. impedire la diffusione virale ad
altre cellule;
3. rafforzare l'attività delle
cellule preposte alle difese immunitarie,
come i linfociti T e i macrofagi;
4. inibire la crescita di alcune cellule
tumorali.
Esistono due tipi di interferoni il
Tipo I [INF alfa (a) e INF beta (ß)]
e il Tipo II [INF gamma (?)]; agiscono
legandosi alla membrana delle cellule
e stimolando la produzione di enzimi
antivirali. Quando un virus attacca
una cellula attivata dall'interferone,
non riesce a moltiplicarsi a causa
degli enzimi antivirali e si verifica
quindi un arresto o un'attenuazione
dell'infezione.
Cenni di anatomia del sistema immunitario
Gli organi del sistema immunitario
si distinguono in primari e secondari:
1) gli organi primari sono la sede
di origine delle cellule del sistema
immunitario (nell’uomo midollo
osseo e timo). Si sottolinea che negli
organi primari si trovano i veri precursori
delle cellule T e B, ovvero quelle
cellule in cui il DNA si trova in
configurazione germinale, stato in
cui non è ancora avvenuta la
disposizione e la forma dei geni delle
immunoglobuline o del recettore dei
linfociti T.
2) gli organi secondari sono i linfonodi,
la milza, le placche del Peyer.
Il sistema immunitario è costituito
da un eterogeneo insieme di popolazioni
cellulari anatomicamente e/o funzionalmente
interdipendenti, che hanno il compito
di assicurare il riconoscimento dell’antigene
e la sua inattivazione. L’antigene
viene riconosciuto dalle cellule dotate
di specifico recettore, le cellule
dell’immunità specifica,
cioè i linfociti B e linfociti
T.
Linfonodi
Il linfonodo ha una forma di fagiolo,
con grandezza di alcuni millimetri
e si può suddividere in tre
zone:
1) zona corticale o corteccia (timo-indipen-dente,
dove sono presenti i linfociti B,
a li-vello dei follicoli);
2) zona paracorticale, dove si trovano
le cellule T;
3) zona midollare, situata a livello
centrale, dove si trovano linfociti
T attivati e plasmacellule.
Il linfonodo è una delle sedi
in cui avviene l’incontro tra
i linfociti vergini e gli antigeni.
I linfociti T e B giungono al linfonodo
tramite i vasi linfatici afferenti,
e si vanno a collocare, rispettivamente,
nell’area para-corticale e nei
follicoli. Qui i linfociti che riconoscono
il proprio antigene (trasportato da
cellule APC dendritiche, che giungono
dal vaso linfatico afferente) si fermano
e vengono attivati, andando incontro
a un processo proliferativo; i linfociti
attivati lasciano il linfonodo dopo
alcuni giorni come cellule effettrici.
Quelli che invece non incontrano il
proprio antigene ritornano in circolo
tramite il vaso linfatico afferente.
La milza
Localizzata nell’ipocondrio
sinistro, del peso di circa cento
grammi; è composta da una capsula
di tessuto connettivo da cui si dipartono
trabecole che ne suddividono il parenchima.
Quest’ultimo è costituito
da sostanza rossa e sostanza bianca:
la prima è formata da un ammasso
di globuli rossi che nella milza vanno
incontro a eliminazione da parte di
macrofagi splenici, mentre la seconda
è sede di riconoscimento dell’antigene.
Qui è presente un’arteria
trabecolare dalla quale origina l’arteriola
centrale (ai cui lati ci sono i tessuti
linfoidi peri-arteriolari, composti
da linfociti T). Dall’arteriola
centrale si forma il seno venoso e
infine la vena. I linfociti B, con
centri germinativi, formano una corona
intorno all’area peri-arteriolare,
detta PALS.
Una differenza tra linfonodi e milza
è che in quest’ultima
gli antigeni arrivano direttamente
tramite il sangue e affluiscono dal
sistema arteriolare, mentre nei linfonodi
arrivano dai vasi linfatici.
MALT (Mucosa Associated Lymphoid
Tissue).
I precursori delle cellule del sistema
immunitario sono localizzati negli
organi linfoidi primari e secondari.
Gli organi linfoidi primari sono il
midollo osseo e il timo, mentre gli
organi linfoidi secondari oltre a
linfonodi e la milza, sono il sistema
linfoide associato alle mucose che
si sviluppa sulle superficie della
pelle e delle mucose intestinali,
bronchiali, del naso e vasi. Il sistema
linfoide associato alle mucose definito
MALT (Mucosa-Associated Lymphoid Tissue)
svolge un ruolo di risposta immunitaria
sia umorale (mediante il rilascio
di linfociti B) che cellulare (mediante
il rilascio di linfociti T).
In riferimento alla loro localizzazione
i tessuti MALT sono classificati:
c) BALT (bronchial-associed lymphoid
tissue) tessuto linfoide associato
alle mucose bronchiali;
d) LALT (larynx-associated lymphoid
tissue) tessuto linfoide associato
alle mu-cose della laringe.
e) GALT (gut-associed lymphoid tissue)
tessuto linfoide associato all’intestino,
in particolare, all’appendice
ileo-cecale e placche di Peyer;
f) NALT (nose-associed lymphoid tissue)
tessuto linfoide associato alle mu-cose
del naso;
g) SALT (skin-associed lymphoid tissue)
tessuto linfoide associato allo strato
ipodermico cutaneo;
h) VALT (vascular-associed lymphoid
tissue) tessuto linfoide associato
ai vasi sanguigni.
Questi sistemi tissulari interagiscono
continuamente con gli antigeni e modulano
la risposta antigene-anticorpo, il
grado di reattività della risposta
costituisce la tolleranza immunitaria
che varia da soggetto a soggetto.
Lume intestinale - placche di Peyer
Le placche del Peyer, localizzate
tra i villi dell’intestino tenue,
sono costituite da cellule epiteliali,
denominate cellule M (Multifolder
o micro-pliche) e da una placca formata
da un centro germinativo di linfociti
B circondato da linfociti T che si
trovano nella sottomucosa dell’intestino
tenue. Le cellule M sono specializzate
nel consentire il passaggio di alcune
cellule e non di altre, hanno una
funzione discriminante per gli antigeni
Self dai Non Self, determinando la
tolleranza immunitaria. Sono una sottopopolazione
del MALT (Tessuto Linfoide Associato
alle Mucose) e costituiscono il 10%
delle cellule della mucosa intestinale.
Una peculiarità di questo tessuto
linfoide è che gli antigeni
che vi giungono, in condizioni alterate
dell’intestino, non vengono
processati (controllati) ma, possono
crearsi un varco fra le cellule M.
Questa modalità di comportamento
delle cellule M, durante i processi
infiammatori della mucosa dell’intestino
tenue, consente il passaggio di metaboliti
che si riversano nel torrente ematico,
provocando reattività individuali
che costituiscono l’innesco
delle intolleranze alimentari e ver-so
sostanze chimiche. Questo comportamento
è stato studiato in USA e definito
col nome di LGS (Leaky Gut Syndrome).
LGS (leaky gut syndrome)
Per Leaky Gut Syndrome (Sindrome dell'intestino
microperforato) s’intende un’espressione
di alterata permeabilità della
mucosa intestinale nei confronti di
sostanze ed agenti non completamente
digeriti e non riconosciuti dal sistema
immunitario intestinale (MALT E GALT).
In condizioni di normalità
gli alimenti digeriti dai succhi acidi
gastrici, pancreatici e dagli enzimi
digestivi vengono trasformate in nutrienti
semplici (amminoacidi, oligopeptidi,
glucosio, oligosaccaridi, ecc.) riconosciuti
self e convogliati verso le cellule
con orletto a spazzola per diffondersi
nel torrente ematico ed essere utilizzati
per le funzioni organiche plastiche
ed energetiche.
Un regolare funzionamento di riconoscimento
e di processamento dei micronutrienti
a livello intestinale, richiede un’azione
sinergica tra le cellule M, le IgA,
i fermenti lattici, i linfociti Th2,
l'Interleuchina 10 e le condizioni
generali di impermeabilità
intestinale (Tight Junction).
Le Tight junction (giunzioni serrate,
zonula occludens o fasci occludenti)
costituiscono una cintura continua
intorno alle cellule che rivestono
le cavità corporee, hanno il
compito di impedire il passaggio dei
liquidi tra la cavità corporea
e le cellule sottostanti. Sono presenti
in modo particolare negli epiteli
di rivestimento dell’apparato
digerente, compresi gli epiteli che
rivestono i dotti e le cavità
del tratto digerente, costituiscono
delle membrane semipermeabili responsabili
del mantenimento delle differenze
di concentrazioni ioniche tra i contenuti
delle cavità corporee ed i
tessuti circostanti. Costituiscono
un sistema di collegamenti tra cellule
con funzioni impermeabili e discriminanti
il passaggio di sostanze nel distretto
intestinale, per cui i componenti
di alimenti dige-riti son convogliati
e "costretti" a passare
attraverso vie fisiologiche (Cellule
orletto a spazzola e cellule M). Queste
condizioni di virtuale im-permeabilità
dell'intestino è dovuto alla
sinergia tra fermenti lattici, IgA
secretorie e Tight Junction.
Quando il sistema digerente funziona
bene solo alcune sostanze, accuratamente
selezionate, possano attraversare
la mucosa dell'intestino per pinocitosi
ed affluire nel flusso sanguigno.
In presenza di un'infiammazione della
mucosa intestinale, specialmente del
tenue e del colon, si ha una diminuzione
della capacità di permeabilità
selettiva, di conseguenza l'alterazione
della permeabilità intestinale
consente ai nutrienti non completamente
digeriti, tossine, batteri, funghi
e parassiti, di attraversare la parete
intestinale e diffondersi in circolo.
Questa alterazione è causata
anche dall'alimentazione moderna che
impiega cibi poveri di nutrienti essenziali
(vitamine, minerali, acidi grassi)
che costituiscono i fattori protettivi
della mucosa intestinale, da uno squilibrio
della flora batterica (disiosi) e
dalla carenza di enzimi contenuti
negli alimenti e prodotti dagli organi
dell’apparato digerente ipofunzionanti.
Un intestino disbiotico inoltre, cioè
con una flora batterica alterata e
insufficiente, diventa sede di varie
sostanze tossiche che sovraccaricano
continuamente il sistema immunitario,
il quale col tempo può perdere
la sua efficienza e causare varie
disfunzioni e malattie.
Per ristabilire la corretta permeabilità
intestinale, è necessario ridurre
i cibi eccessivamente raffinati, zucchero,
alcolici, farmaci non strettamente
necessari, dolciumi, caffè,
fumo e introdurre più vegetali,
verdura fresca e alimenti ricchi di
fattori probiotici, enzimatici e nutrienti
vitali.
Immunità umorale, cellulare
e specifica
Esistono tre tipi di immunità:
immunità umorale, immunità
cellulare e immunità specifica.
L’immunità umorale è
costituita da molecole in soluzione.
Queste sono chiamate immunoglobuline
o anticorpi e costituiscono il 20%
delle pro-teine del sangue; fa parte
della difesa immunitaria umorale anche
il complemento che è rappresentato
da una serie di proteine che aiutano
gli anticorpi a neutralizzare i batteri
e che agisce in maniera non specifica.
L’immunità cellulare
è rappresentata dalle cellule
intere, come i fagociti che sono in
grado di ingerire e distruggere materiale
estraneo; fanno parte di questa famiglia
i neutrofili e i macrofagi. Uno dei
ruoli fondamentali degli anticorpi
consiste nel collaborare con i fagociti
a riconoscere sostanze estranee. Esiste
anche un tipo di cellule che presenta
sulla sua superficie alcune proteine
che hanno le stesse caratteristiche
degli anticorpi e, inoltre, un altro
tipo di cellule che secernono le linfochine,
proteine con la funzione di stimolare
i processi di guarigione dell’infezione.
La prima risposta immunitaria dell’organismo
è, per un breve periodo, non
specifica. I fagociti si attivano
quando incontrano un batterio, mentre
le cellule che vengono infettate da
un virus producono molecole che si
chiamano interferoni, i quali interagiscono
con recettori esposti da altre cellule
e le rendono meno vulnerabili all’infezione
virale.
L’immunità specifica
è sviluppata dai linfociti,
i quali vengono attivati sia dal contatto
diretto con la sostanza patogena sia
in maniera indiretta da proteine o
frammenti di esse che vengono digerite
e presentate sulla superficie dai
macrofagi. Questo evento fa riconoscere
come estranee queste risposte e il
linfocita inizia la produzione di
anticorpi.
L’anticorpo riconosce una parte
della struttura estranea chiamata
epitopo e ogni proteina ha la potenzialità
di avere molti epitopi che possono
essere riconosciuti dagli anticorpi.
La caratteristica principale di questi
ultimi è costituita dalla loro
specificità; infatti il nostro
organismo è capace di produrre
un numero molto elevato di anticorpi
diversi in grado di riconoscere altrettante
strutture diverse.
La presenza di epitopi comuni di determinate
proteine presenti su alimenti di diversa
natura costituiscono la fonte per
le cosiddette reazioni crociate (cross-reazioni)
tra alimenti e allergeni di alcuni
pollini (v. capitolo cross-reazioni).
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