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Cahiers de Biotherapie:

METODOLOGIA OMEOPATICA

Criteri per anamnesi, prescrizione, uso delle potenze e dosi in omeopatia

Dott. Maurizio Annibalini (Docente SMB-Ancona).
Con la collaborazione della D.ssa Valeria Fabbri (Farmacista. Diplomata SMB- Ancona).

Questo articolo vuole fare una puntualizzazione su argomenti di base in Omeopatia, al fine di orientare la Teoria e la Pratica Omeopatica.

Le basi dell’anamnesi omeopatica

E’ necessario analizzare i sintomi e valorizzare il loro significato. Non bisogna focalizzare e isolare un solo sintomo dal contesto dell’unita’ del paziente, sia fisico che psichico, ma considerare che la malattia, acuta e cronica, i problemi attuali, sono espressione della sofferenza dell’organismo. Quindi soggettivi o oggettivi che siano i sintomi, essi vanno inquadrati nello status generale del paziente: questo è peculiare dell’omeopatia: la malattia e la totalità dei sintomi del paziente, rapportate alla terapia omeopatica (e non malattia=terapia, allopatica). Si ricercheranno la localizzazione e la direzione dei sintomi (lato dx/sx, alto/basso…), la particolarità dei sintomi: cercare sintomi peculiari, inusuali, caratteristici, fortemente connotati. sintomi che caratterizzano il quadro globale del paziente. D’altro canto sintomi come cefalea, malessere, inappetenza, astenia…non sono molto validi per inquadrare il caso (perché comuni a tanti pazienti e a molti rimedi). «L’omeopata è come un artista che dipinge un quadro» : occhi, naso, bocca, labbra, sono comuni a tutti, ma l’espressione particolare del ritratto sarà caratteristica di quel soggetto! La legge dei simili prevede la similarità dei sintomi del paziente con quelli del rimedio, il quale in realtà è il soggetto! Raggiunta questa corrispondenza terapeutica, questa similarità (non identità), l’equilibrio di salute viene ripristinato. Nel caso che un paziente venga per sintomi attuali, possiamo essere nel campo delle patologie acute. Distinguiamo se curare il sintomo acuto con un rimedio sintomatico acuto ( perché ben delimitato e già caratteristico come simillimum in sé, oppure se inquadrarlo nel più complesso quadro del paziente. Esempio: dolore addominale: esistono tanti rimedi per questo sintomo: ne scegliamo uno soltanto corrispondente:
1) rimedio sintomatico acuto simillimum: (es. dolore che migliora piegandosi: Colocynthis)
2) rimedio generale: non per curare ma per guarire…e quindi il sintomo viene inquadrato nella
visione dell’essere globale del paziente, cercando altri sintomi particolari ( es. asma, curare il paziente che fa l’asma, non il sintomo!).
La sindrome minima di valore massimo = rimedio simillimum.

Le basi della prescrizione omeopatica
Dalla tintura madre alle cinquantamillesimali
Nelle preparazioni dei rimedi omeopatici, si parte dalla TM = soluzione idroalcolica in rapporto 1:10 con la soluzione base, vegetale o minerale; 1:20 animale.
La diluizione attenua la quantità e tossicità della sostanza medicamentosa di base.
decimale: 1:10
centesimale: 1:100
cioè 1 parte di TM + 9 oppure 99 parti di solvente (acqua e alcool 70%)
La dinamizzazione si effettua con 100 succussioni del flacone.
1 parte di 1 CH viene miscelata con 99 parti di solvente e dinamizzata 100 volte: 2 CH, e così di seguito, in flaconi multipli. L’equivalenza fra le DH e le CH: si moltiplica per 2 per passare da CH a DH; si divide per 2 da DH a H.
es. 6 CH =12 DH, 8 DH = 4 CH
la differenza sta nel fatto che le DH hanno subito il doppio di succussioni
Nel metodo Korsakoviano si usa un flacone unico da 15 ml con 5 ml di TM: si agita 100 volte. Si svuota il flacone e si aggiungono 5 ml di solvente ( acqua bidistillata), che rappresenta 99 parti in volume, rispetto alla TM che si presume rimasta adesa al flacone.
si agita 100 volte e si ha la 1 K.
si svuota e si aggiungono 5 ml di acqua, si agita 100 volte e si ha la 2 K
si arriva a potenze elevate: 200 K, 1000 K (MK), 10000 K (XMK)

le LM (cinquantamillesimali):
sostanza base: 3 triturazioni = 3 CH
0,005 grammi diluiti in 500 gocce di acqua-alcool puro (400+100).
1 goccia in flacone di 100 gocce alcool puro e 100 succussioni.
con 1 goccia si bagnano 500 globuli di lattosio: 1 LM
1:500, poi 1:100 sono le diluizioni della sostanza base cioè 500x100= 5000 (cinquantamillesimale)
1 globulo si scioglie in 100 gocce alcool puro e 100 succussioni: con 1 goccia si impregnano 500 globuli: 2 LM. Così di seguito 1 globulo in 100 ml alcool, 100 dinamizzazioni, 1 goccia in 500 globuli. Si va dalla 1 LM alla 30 LM (ma anche di più): in gocce, globuli, granuli, capsule potenziate, le cure LM, le cure FG (dinamizzate a scalare dalla prima capsula in su).

Si afferma che l’omeopatia inizia dalla 4 CH in su.
In 1 CH c’è un centesimo della quantità iniziale di sostanza; a 2 CH un decimilionesimo;
a 3 CH un milionesimo; alla 9 CH la concentrazione del ceppo omeopatico e’ 10 alla ottava e quindi 10 con 8 zeri=cento milioni più diluito; alla 12 CH il contenuto di molecole diventa zero.
12 CH o 23 DH o 4 LM è il valore limite perché si supera il n° di Avogadro (1776-1850, italiano!) che e’: 6,024 x 10 alla 23, e che rappresenta il numero di grammomolecole in unità di sostanza:
12 CH è’ appunto 10 alla -23! (Variazioni ci sono, in base al tipo di sostanza, vegetale o minerale, peso specifico….). Non vi sono più le molecole della sostanza di base, ma ci sono, e dimostrati, gli aggregati molecolari attivi formatisi con la dinamizzazione.
Oltre alla diluizione va considerata soprattutto la dinamizzazione: questa imprime modificazioni biofisiche alla soluzione, creando cluster di aggregati attivi molecolari dell’acqua, peculiari per ogni sostanza base iniziale. Questa acqua modificata, polarizzata, quantizzata, interagisce con l’acqua biologica dell’organismo per portare l’azione terapeutica del rimedio omeopatico.

Differenze tra CH-DH-K-LM
La 6 CH è uguale alla 12 DH dal punto di vista della diluizione, ma la prima (essendo diluita 1-2-3-4-5-6 volte, e ogni volta succussa 100 volte),ha subito 600 scosse, mentre la 12 DH 1200!
Una 30 LM ha subito per 30 volte 100 succussioni, quindi 3000; la corrispondente 73 CH 7300!
Nelle CH il rapporto di diluizione e’ 1:100. nelle lm 1:50000, ma il livello energetico raggiunto con le succussioni è più elevato nelle CH.
una 200 K ha subito 20000 scosse, la equivalente 7 CH 700!
Quindi non va considerata fondamentale la diluizione, ma la dinamizzazione, che poi è quella che da energia elettromagnetica (stimolando l’atomo a liberare energia), alla soluzione omeopatica e poi all’organismo (100 succussioni = 1260 joules)

Sono state elaborate, con calcoli logaritmici, delle tabelle di corrispondenze:

CH K LM
5 30 1
7 200
9 1000
12 4
17 6
31 12
45 18
60 24
73 30
10000 XMK


Si afferma, in linea generale, che :
potenze basse sono le 5-6-7 CH, 2-4 DH, 1-2-3 LM, le K fino alle 200,
potenze medie 9-12-15 CH, 4-5-6 LM, MK,
potenze alte 30-200 CH, 12 LM in su, la XMK.
Vi sono anche le altissime potenze: 1000-10000-50 M-CM-DM-MM ( della serie CH).
Si presume che messaggi veloci e grossolani si trasmettono con le basse potenze, segnali lenti e complessi con le alte potenze, intermedi con le medie.
Prevale la presenza del ceppo di partenza alle basse potenze, della memoria o impronta alle potenze più alte.
Posologia omeopatica
Parliamo di dose, potenza, modalità di somministrazione dei rimedi omeopatici.
Pensiamo che una regola prescrittiva va data, mentre attualmente ognuno prescrive secondo i propri convincimenti, chi usa le CH, chi le K, chi le DH, chi solo le LM: si dovrebbe concordare tra le varie Scuole un criterio, per non dare adito al LIBERO ARBITRIO OMEOPATICO.

Hahnemann spiega bene come, in che dosi, a quali intervalli somministrare i rimedi: par 273 Organon: «in nessun caso è necessario, e per questo soltanto non è lecito somministrare al malato, in una volta, più di una medicina semplice, oppure un miscuglio di più medicine diverse tra loro: non è permesso dare al malato due diverse medicine in una volta»…«la ripetizione di dosi identiche, ravvicinate di un rimedio, è una cosa assurda: non si dovrebbe ripetere al malato, a secco, a breve intervallo, la stessa medicina: lo si può fare se la medicina invece che a secco viene somministrata in soluzione, avendo cura di dinamizzarla ogni volta»!...«l’uso di un certo numero di rimedi, in certi casi anche parecchi, somministrati uno dopo l’altro, viene richiesto perché la guarigione avvenga». perché la Psora ha multiformi manifestazioni, e richiede molti rimedi. Quindi non sempre rimedio unico, pluralismo verso unicismo!
In pratica Hahnemann usava rimedi unitari diversi, ma mai insieme, provava un rimedio, se del caso, ne dava in successione un altro. In questo caso H. non era unicista!
Bisogna considerare se parliamo di sintomatici, patologie semplici, oppure se dobbiamo riequilibrare la forza vitale con un simillimum: in questo caso e’ indicato il rimedio unico:
unicismo verso pluralismo. Vannier: «ad ogni malato corrisponde un rimedio e uno solo: omeopatia corrisponde a unita»! Coulter: “non abbiamo farmaci ad ampio spettro, ma di tanti rimedi ne scegliamo uno solo!”
In casi cronici o per patologie importanti è fondamentale essere unicisti: usare sempre e solo un rimedio, il simillimum, e non si cambia, a meno che non cambi la manifestazione della patologia.
Un conto è curare una tonsillite acuta, un altro affrontare una depressione cronica.
Con quali potenze e dosi?
ambedue dipendono da:
natura del paziente,
natura della malattia,
natura del rimedio.
Le CH hanno un’azione forte, le LM più dolci e profonde: se la patologia e’ molto radicata e se il paziente e’ ben reattivo, le CH possono andare bene, anche le K, ma se il paziente e’ debole e molto sensibile, meglio le LM.
La potenza (diluizione-dinamizzazione) di queste C,DK, K o LM deve essere quindi scelta in base alla reattività del paziente: proporzionale, cioè più è debole il paziente e più bassa la potenza.
la dose, (quantità e frequenza di somministrazione) inversamente proporzionale, (ma solo se ipo): se debole dare poca quantità (in granuli, globuli o gocce, e frequenza) di rimedio; se forte reattività la dose non ha importanza.
Come la legge dei simili è alla base della omeopatia, è legge anche:
iniziare da potenze basse e con dosi basse!
Unica eccezione (nota par. 282) H. la concede nelle manifestazioni acute dei miasmi (es. eczema nella psora, condilomi nella sicosi, ulcera nella syphilis), mentre ciò non si deve fare es. nelle malattie croniche, in malattie radicate, in pazienti deboli, in cui si danno potenze basse e quantità lievi di rimedio (che deve essere simile).
Altra eccezione (par.221), quando compare in maniera acuta una forma psichica, e’ consigliato dare rimedi particolari (Aconitum, Stramonium, Mercurius…) a potenze alte e dosi tenui frequenti.
Bisogna distinguere se si trattano malattie acute o croniche, se si cura un sintomo o si da un simillimum come terapia di fondo.
le alte potenze si possono usare subito se siamo ben sicuri dell’identità del paziente e della sua buona capacità reattiva, no se il contrario, es.a un paziente defedato, tumorale, non è bene dare alte potenze, ma usare potenze dal basso aumentando con cautela, e dosi (quantità di rimedio e frequenza di somministrazione) minime. Grande quantità di rimedio e alta potenza e’ la combinazione più sconsigliata, in linea generale (par. 276)!
Eppure molti seguono questo metodo prescrittivo: vediamo il perché.
Molti omeopati, pare il 90%, usano ancora il metodo prescrittivo della quarta e quinta ed. Organon! Nella quarta, 1829, si pianifica l’uso di «alcuni granuli» in dose unica, senza ripetere il rimedio: metodo «guarda e aspetta». La quinta, 1833, da’ uno stop all’uso delle forme secche, per troppi aggravamenti, e introduce l’uso di soluzioni liquide: si scioglie il rimedio in acqua e si somministra da ogni mezz’ora nelle malattie acute, a ogni giorno o a maggior intervallo, nelle malattie croniche, agitando ogni volta. Parliamo di potenze CH. Poi arriva la sesta, 1842, con la diluizione estrema delle LM: gocce, globuli e granuli, sciolti in acqua, si somministrano in dosi refratte, iniziando in genere dalla 1 LM, ma anche dalla 6 LM, se paziente simillimum, ben reattivo e in malattie acute forti. Dalla 1 LM data anche spesso, si può arrivare alla 30 LM data anche 1 volta al mese.
Schema dott. Brancalion:
1 LM: 2 volte al dì; 2 LM: a dì alterni; 3 LM: ogni 3 giorni; 4 LM: ogni 4 gg; 5 LM: ogni 5 gg; 6 LM: 1 volta alla settimana; 12 LM: ogni 15 gg; 18 LM: ogni 3 settimane; 30 LM: 1 volta al mese.
Quindi: 4° edizione: dose a secco.
5° edizione frazionamento liquido.
6° edizione diluizione estrema.
CH forti, LM dolci ma profonde, K versatili.
Sta a noi scegliere il tipo di rimedio giusto, ma sulla potenza e la dose le regole andrebbero rispettate. Comunque è chiaro che bisogna iniziare con basse potenze, basse dosi, preferibilmente in forma liquida, a vari intervalli. Possiamo diluire i granuli, i globuli, le gocce, le capsule potenziate, le cure, in acqua e somministrare il rimedio nel modo migliore.


NOTA: via di mezzo tra CH e LM: partire da una CH in granuli, diluire 3 granuli in acqua (400 gtt=20ml) + alcool (100gtt=5ml): agitare 100 volte.
1 goccia in alcool (70 gtt=3ml) + acqua (30gtt=1,5 ml): agitare 100 volte.
preparare flacone con contagocce da 30 ml con alcool al 25%.
somministrazione: 3 gtt in acqua. Agitare 2 v./sett.
Metodica del tutto personale, che integra il procedimento di preparazione omeopatica delle CH con quello delle LM: “Cinquantamillesimare le CH”, utile in alcuni casi. CH (n° di potenza del rimedio scelto) LM. Es. Nux Vomica CH(9)LM.


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